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L’onestà intellettuale e il vuoto pneumatico

Ho sempre considerato le elezioni amministrative per quello che sono: niente di politico. E’ diverso il sistema di voto, sono spesso diverse le coalizioni (le civiche spostano voti trasversali) ma sopratutto è diverso il metro di giudizio degli elettori: si vota per o contro un’amministrazione uscente o,se l’amministrazione uscente non c’è più, si vota per un programma o per l’altro. Cose concrete, molto più concrete delle fumosità politiche delle consultazioni nazionali e secondo me decisamente più interessanti (ma sono in netta minoranza,riguardo a questo punto). Detto tutto ciò,i pessimi consiglieri dell’ex Presidente del Consiglio lo hanno convinto che bisognava dare un senso politico a questa tornata elettorale e che quel senso andava ricercato nel “primo avviso di sfratto al governo Prodi”. In buona sostanza: siamo maggioranza nel paese e queste elezioni lo dimostreranno. Come è andata è evidente: non c’è stata nessuna spallata, niente è cambiato. La Sicilia è rimasta al centrodestra, così come Milano. Mentre Roma, Torino e Napoli sono rimaste al centrosinistra. Ora,se la Cdl avesse un minimo di dignità dovrebbe ammettere che Prodi si è legittimato con questa tornata e che il discorso su chi ha vinto le elezioni è meglio chiuderlo qui. Io non sono d’accordo, perchè tra le due elezioni non vi è alcun rapporto ma,date le premesse poste da Berlusconi, l’unica soluzione davvero coerente è questa. Ed è triste dover ammettere (per la seconda volta in pochi giorni) di avere una classe dirigente assolutamente inadatta. Una classe dirigente vecchia di almeno vent’anni, che non riesce a guardare al futuro di questo paese con un briciolo di lungimiranza. Manca lo spirito riformatore e innovativo che ha fatto le fortune della destra nel mondo (Reagan, Tatcher, Howard, Bush); manca il forte credo liberale che tratta lo stato per quello che è e l’individuo come bene supremo. Manca il coraggio; quello che serviva per tagliare le tasse con decisione, per non rinnovare con quei costi i contratti del pubblico impiego, per tagliare privilegi e rendite di posizione. Votare una destra così, ha poco senso. A meno che non si voglia riproporre la ricetta vecchia e stantia della Fu Democrazia Cristiana. Sarebbe stato carino dimostrare come quest’Unione ha rispolverato usanze da Prima Repubblica (manuali cencelli e lodi spadolini), invece di sbraitare sulla legittimità del voto (da noi organizzato). Si doveva e si poteva fare Politica, si è preferito la polemica spicciola. E il risultato è un senso di vuoto pneumatico difficile da riempire.

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