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Bene l’Italia, non convincono gli States

Davvero ottima la partenza degli azzurri ai mondiali di Basket giapponesi. La Cina non era avversario facilissimo, vista la presenza di Yao Ming (centro degli Houston Rockets) e la preparazione meticolosa con cui i cinesi si stanno preparano per Pechino 2008. C’è da aggiungere,poi, che quest’Italia è una squadra giovane e decisamente rinnovata, presentatasi a Sapporo con l’obbiettivo di fare bella figura e non certo con quello di vincere il Girone (in cui ci sono anche Slovenia e Stati Uniti). Invece l’inizio è stato confortante. Presi per mano da un immenso Basile gli azzurri hanno giocato al meglio, interpretando perfettamente la partita. Yao è stato limitato da una prestazione lacrime e sangue dei nostri lunghi (Marconato, Garri, Gigli, Rocca) e la zona 2-3 è rimasta tutto sommato indigesta ai tiratori cinesi. In attacco il solito movimento di palla tipico della squadre di Recalcati, un buon numero di tiri da tre coi piedi per terra e,quando proprio non siamo riusciti a trovare il tiro facile, ci ha pensato il Baso in uscita dai blocchi. Una bella Italia, insomma, oltre ogni più rosea aspettativa. Il risultato dice 84-69 ma ciò che conta maggiormente è l’ottima difesa di squadra (la Slovenia ha preso 79 punti dal Senegal e gli USA ben 100 da Portorico) e la prestazione monstre di Gianluca Basile da Ruvo di Puglia. Il capitano dai tiri ignoranti ne mette 27,con 4/5 da tre. Second best tra i nostri marcatori Matteo Soragna, 14 punti. Una menzione speciale la merita Richard Mason Rocca, italiano d’adozione, americano di Evanston (Illinois), la terra che fu di coach Dan Peterson, si è laureato in Ingegneria oltreoceano e ha poi sposato l’Italia. In questa gara difficilissima si era pronosticato per lui un pomeriggio di sofferenza di fronte al gigante Ming. In realtà i sorci verdi li ha visti solo il centrone dagli occhi a mandorla, messo in difficoltà dalla vitalità e dalla grinta del “nostro”. Good job, Richie! Gli States invece hanno un pò deluso. Di fronte al Portorico di Arroyo (play di Detroit) la nazionale di coach K ha faticato, sopratutto nel primo tempo, ed è riuscita a spuntare una sofferta vittoria solo dopo un parziale 12-2 che ha annichilito i portoricani. A deludere è stato il pochissimo movimento in attacco e la scarsa vena realizzativa di molti big. A far ben sperare gli Usa è il carattere dimostrato da un gruppo che sa di dover per forza vincere e convincere. Ogni cosa che non sia l’oro, qui, sarà vista come un fallimento. Le 14 palle recuperate sono sintomo di “fame” e di voglia di buttarsi su ogni palla vagante, ma i 100 punti subiti da una squadra tutto sommato mediocre fanno credere che ci sia da lavorare molto. Se in attacco la palla (e l’azione) tende a stagnare, in difesa ci sono troppe pause difensive per poter pensare di battere nazionali come Argentina e Germania. Per ora,comunqe, va bene così.

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