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Quello che si dimenticano di raccontarvi su Tony Blair

Corrierino e Repubblica sono fantastici, la quintessenza del non giornalismo. E’ in corso il congresso dei Laburisti a Manchester; un appuntamento che segnerà con un marchio indelebile tutti i prossimi scenari della politica di oltremanica. E’ successo di tutto a Manchester in questi giorni. E’ successo che Gordon Brown si è candidato ufficialmente, bruciando (o almeno provandoci) le altre candidature interne (Reid su tutti). Ma Reid non l’ha presa bene e ha aspramente criticato Tony Blair e la sua gestione del partito

“I think he was stupid to himself and to our future prospects in saying he was going but he said it”.

Mentre accadeva tutto questo Cherie Blair sussurrava agli amici

 “Gordon Brown is a liar”

e scatenava l’ennesimo polverone. Peccato che i media italiani si siano tutti concentrati a dire che Brown ha elogiato Blair, che il passaggio era deciso da tempo e che il partito si prepara alla conferma a Downing Street. Tutto verosimile, ma non vero. Il Labour Part è traumatizzato da anni di Blairisimo che l’hanno portato a perdere identità e radicamento tra l’elettorato. Il tentativo di “trasversalità” messo in atto dal primo ministro ha fatto si che ormai l’elettore medio non sappia più a che partito appartiene e,con l’innalzamento della mobilità elettorale, anche la popolarità di Blair si è schiantata, mettendo i Labour tra i 4 e i 7 punti dietro a Cameron. Uscire da questo impasse sarà difficilissimo se non impossibile. Brown ha solo mezzo partito alle spalle e pochissimo appeal nell’elettorato progressista. Come se non bastasse,poi, chi non si occupa di politica preferisce sempre Cameron al presuntuoso Ministro delle Finanze. Tutto questo,ovviamente, non ve lo racconterà nessuno.

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