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Quanto ci manca un movimento giovanile

(post lunghetto,scusate. Non lo faccio più!) Quando vai ad Atreju, o a qualsiasi iniziativa di Azione Giovani, ti rendi conto di una cosa sconcertante per la politica attuale della destra italiana: hai davanti un laboratorio. Di idee, di iniziative, di proposte. Qualcosa di vivo, di critico, di propositivo. A modo suo, il movimento giovanile di An è un partito nel partito. Anticipa il leader, talvolta lo frena, lo incalza,lo redarguisce. Con il rispetto che bisogna avere verso chi fa politica da anni ma con la consapevolezza delle proprie idee. E i giovani di An hanno in testa un’idea ben precisa di Italia. Dalla famiglia alla scuola, dall’ambiente al lavoro, alla politica estera. Potremmo tranquillamente fare uno schema di come vedono il paese gli appartenenti all’unico movimento giovanile italiano con le radici in quella cosa poco chiara che si chiama “centrodestra” e sbaglieremo sicuramente di pochissimo: idee forti e chiare, senza troppi giri di parole o sofismi di ogni genere. L’unico movimento giovanile dicevo;altri io non ne vedo. C’è il Circolo Giovani di Dell’Utri che culturalmente regge il confronto ma non può,certo, reggerla sul piano della mobilitazione sul territorio. E poi c’è Forza Italia Giovani. O,almeno, ci dovrebbe essere. Qui non c’è da fare gli schizzinosi. I comuni in cui questo movimento conta realmente qualcosa si contano sulle dita di una mano. Se non accadono rivoluzioni politiche nei prossimi mesi, Forza Italia Giovani verrà ricordato come il movimento che ha mandato il suo leader, Simone Baldelli, in Parlamento. Tutto questo nell’elezione che passerà alla storia, oltre che per la grande incertezza, per il numero altissimo di candidati paracadutati. Non che io insinui che Baldelli sia un paracadutato, sia chiaro. Ma il confronto con l’alter ego di An, Giorgia Meloni, mi pare impietoso. Da una parte una ragazza che sembra aver dietro l’intero movimento giovanile, una che fa la vicepresidente della Camera dei Deputati e lo fa pure molto bene. Una che non ha avuto problemi a fare dichiarazioni che un minimo di dibattito (e di polemica) lo hanno suscitato. Dall’altra siamo (mi ci metto pure io,sia chiaro,FI è il mio partito di riferimento) indietro anni luce. Non c’è un minimo di dibattito, mai un’accelerazione, mai un sussulto. Il grigio più totale.Ora,siamo seri: se il dibattito,la vivacità culturale, la forza di innovare non la crea un movimento giovanile, chi la deve fare? Si,certo, ogni tanto, quando Silvio arriva in qualche città, vedi uno striscione e una decina di bei giovanotti adoranti il Vate brianzolo della politica nostrana; quasi fossimo ad una convention di qualche multinazionale, dove il venditore principe ti sta spiegando come vendere ventimila polizze assicurative in un paesino di diecimila abitanti. Non può essere tutto qui. Non può essere che la futura classe dirigente del primo partito italiano nasca e muoia tutta attorno alla ricrescita dei capelli di un leader,che sarà pure carismatico ma non è certamente eterno. Un movimento così,oggettivamente, non serve. Ci aspettiamo qualcosa di diverso, ci aspettiamo qualcosa di meglio da un partito che ha espresso nella scorsa legislatura il Presidente del Consiglio e il Presidente del Senato. Sarebbe auspicabile, e lo auspichiamo davvero, con un pizzico di invidia, che i vertici di questo movimento (così poco movimento, ma anche così poco giovanile) facciano un salto alla prossima festa di Azione Giovani. Si guardino la Meloni arrivare, parlare sul palco, suscitare emozioni. Poi scendere,stringere mani e dialogare coi “suoi” ragazzi. I leader nascono così, con uno strano mix di razionalità e idealismo. Serve un’idea diversa, alternativa, scatenante. Un’idea che rappresenti non tanto l’ennesima voce monocorde di adorazione al leader, quanto una miccia capace di innescare un processo politico nuovo.

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