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Resistere!

  Deve stare fermo lì,a quota 40%. Senza balzi in avanti, senza ricadute all’indietro. Se David Cameron tiene la cifra magica ancora un mesetto o due, allora forse ci siamo. E’ qualcosa di più di un semplice effetto Blackpool, con quella convention che più bella non si poteva proprio. Il nuovo anno, dice (o spera) Brown, non ci porterà nuove elezioni ma l’impressione è che il premier inglese sia in caduta liberissima. Molto di più di quanto fosse John Major nel post-Maggie e molto di più di quanto i freddi numeri dei sondaggi raccontino. Anche perchè l’inizio dell’era Brown era coinciso con un grande momento di popolarità per il Labour e con tre mesi infernali per Cameron che sembravano aver spianato la strada all’ex cancelliere dello Scacchiere. Poi il tracollo, per molti (me compreso) inspiegabile. Gordon Brown si è incartato e non ne è uscito più, mettendo in luce il suo lato peggiore e il suo difetto più evidente, la mancanza assoluta di leadership. David Cameron ha recitato la parte perfettamente: ha atteso silenzioso, poi ha scatenato un battage mediatico da campagna elettorale (tenete conto, potrebbe rivelarsi un errore) e ha ribaltato sondaggi e previsioni. Adesso il problema è un altro: quanto di questo vantaggio è figlio del momento positivo e quanto è consolidato il trend? Ovvero: se si votasse adesso Cameron vincerebbe il voto totale. Ma a livello di collegi come stiamo messi? E, soprattutto: come staremo messi fra un anno o più? La cifra che i sondaggisti ritengono un vero e proprio salva-elezioni è 40. Se Cameron resiste al 40% allora si, Downing Street sarebbe più vicina. E le elezioni anticipate anche.

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