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Lo stile non si compra

E non si impara a un casting Mediaset, cara ministro Carfagna. Fino a ieri sera autentica vittima di questa orda di barbari dipietristi-giustizialisti-fancazzisti-girotondisti. Poi, quel comunicato, in cui non ha il coraggio di chiamare Sabina Guzzanti col suo nome e le attribuisce l’identità soltanto derivata di “figlia di Paolo Guzzanti”. Come se non esistesse al mondo una Sabina Guzzanti con una sua ragion d’essere. Così non va, cara Carfagna. Non va proprio per niente. Perchè siamo d’accordo su tutto: l’attacco di ieri in piazza è stato disgustoso e vile, violento e scurrile. Ma nulla toglie alla gravità di quel comunicato, uscito dritto dall’ufficio stampa di un ministero. Che è una cosa molto più seria di una piazza, molto più seria di un palco da cui sbraitano gli agitatori di popolo agitati da Di Pietro, molto più seria di un’intercettazione telefonica di cui ormai nessuno nega l’esistenza. Molto più seria anche del prossimo reality di Canale 5: “Ministri”, condotto da Maria de Filippi. Dove ti basta saltare, ballare, farti un anno con Mengacci, due col Bagaglino e finisci dritto dritto in un dicastero a tua scelta. Senza Portafoglio. Almeno quello.

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