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Le due October Surprise, giusto in tempo

Ieri qui era Halloween e noi abbiamo deciso di partire alla ricerca del cuore repubblicano della Virginia. Ci aspettano le visite ai quartieri generali di Washington-Arlington, Fairfax, Woodbridge e Sterling. Ad Arlington c’è l’ufficio che fa da punto di riferimento per tutto il midwest. La zona è un centro direzionale molto grande. Parcheggiamo dove non si può, scattiamo due foto (non si può) e in meno di cinque secondi un poliziotto democratico ci dice che non possiamo stare lì e che dobbiamo andarcene. Proviamo a spiegarci ma niente da fare. Andrea dice che è normale, io sono un uomo distrutto. Veniamo qui per fare il surge in Virginia e questi ci cacciano. In questo momento la Virginia scivola pericolosamente verso Obama. Non c’è più tempo da perdere, ci dirigiamo verso un centro commerciale a cercare di stimolare il repubblicanesimo che è in noi. Tra Starbucks e Victoria’s Secret, un bandierone americano appeso in un salone alto almeno 30 metri ci ispira. I gadget di Obama sparsi ovunque ci fanno capire che la situazione è disperata. Siamo i Petraeus di questo piccolo stato, avamposto di civiltà. “Ha vinto anche Dole, qui” afferma sconsolato il socio. E allora no, non possiamo non fare la nostra parte. Più andiamo a Sud più la Virginia è bella, si anima di colori e ricorda tanto l’America che avevamo sognato davanti al Pc. Arriviamo a Fairfax Il comitato elettorale qui è in una specie di villetta a schiera, chiuso tra una famiglia e un agenzia immobiliare. Il clima è molto più disteso. Sono gentilissimi e ci danno i biglietti per il comizio di McCain del giorno dopo. Foto con un volontario, scorta di stickers e via verso Woodbridge. La nostra macchina, ora, è una vera macchina da guerra. Lasciatemel dire ancora una volta: ogni tanto sembra un pezzo di paradiso, i colori della Virginia sono meravigliosi e tutto sembra davvero disegnato da uno scenografo. University Road porta dritto all’università di George Mason, balzata alle cronache sportive perchè nel 2006 approdò alle final four di basket NCAA. Un’autentica sorpresa per un college così piccolo e tutto sommato periferico nel panorama del college basket americano. Qui ci dobbiamo ritornare. Ancora Virginia Il quartier generale di Woodbridge è una casetta sulla strada, immersa nel verde della Prince William County. Arriviamo che c’è un piccolo evento in corso dedicato a Sarah Palin. Magliette rosa, tazze, mousepad, tutto dedicato alla Governatrice dell’Alaska. Sul palco una vecchina vestita bene con cui ci chiedono se vogliamo fare una foto. Sono tutti gentilissimi e noi accettiamo, senza sapere con chi stiamo per immortalarci. Con Andrea sono sguardi languidi e amore a prima vista. Spiego alla signora che quel bell’uomo che ha vicino è sposato con una donna molto gelosa pronta a scatenare la guerra nucleare. Anche con me la signora è gentile e affettuosa. Credo mi abbia preso per suo nipote. E dopo 15 minuti che siamo lì a fare foto non capiamo ancora con chi diavolo abbiamo a che fare. Alla fine Andrea rompe gli indugi, si avvicina a un signore e gli chiede chi fosse l’arzilla nonnetta. “La mamma di John McCain!”. In questo momento i vostri due inviati in Virginia sono le persone più gasate del pianeta terra. Usciamo e chiamiamo Francesco e Krilla per raccontargli l’evento. Poi via verso Sterling. Proud Member of Team Sarah! Il quartier generale di Sterling è all’interno di un centro commerciale, al secondo piano. Ci lavorano tantissimi giovani e la mente corre veloce allo stato penoso della politica italiana, alla mancanza di forze fresche, di voglia di partecipare e a come, invece, qui ci siano cinquanta ragazzi attaccati al telefono e pronti a saltare fuori di lì e battere in lungo e in largo la contea per distribuire materiale. Ci accoglie un ragazzo con nonni italiani, vicino Como. E’ ipergentile e ci dice che i biglietti per il rally della Palin si possono acquistare solo online. noi, però, non abbiamo una stampante per stamparli. Nessun problema, una ragazza ci prende e ci stampa i i biglietti. Una voce da dentro inizia a sussurrarci “Stand up, Stand up and fight”. Pensiamo ai colori della Virginia, alla bandiera americana nel centro commerciale, ai giovani che la notte di halloween sarebbero rimasti lì a lavorare. Chiediamo alla ragazza cosa facciano i volontari e ci dice essenzialmente due cose “Telefonare e portare in macchina la gente a votare”. Non possiamo telefonare, con il nostro inglese poco fluently ma portare la gente al voto questo si. Ci registriamo come volontari e il 4 novembre saremo al servizio della causa repubblicana. Cari amici, il surge è iniziato. Rimettete la Virginia GOP SOLID.

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