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Ripartire da se stessi*

Un bellissimo pezzo in esclusiva per FreedomLand – ed è per me un grandissimo onore- dell’amico David Mazzarelli di Ultima Thule su Inghilterra, America e Conservatori. Da leggere e conservare. John O’Sullivan sull’ultimo numero della National Review ci porta insieme nel viaggio che alcuni esponenti del GOp stanno facendo di recente – e sempre più spesso – verso Londra. Lo stesso David Brooks confessa come i cosiddetti “riformatori” all’interno del partito repubblicano siano affascinati dal nuovo corso del British Conservative Party di David Cameron, guardando a questo nuovo esperimento inglese con curiosità entomologica. Il partito che fu di Margeret Thatcher è reduce da un decennio di cocenti sconfitte e, David Cameron (e i suoi Cameroons), hanno dato una vistosa spolverata, non solo all’immagine, ma anche ai contenuti, dei nuovi Tories, ottenendo, di fatto, una sorta di curiosità quasi sperimentale nel panorama del panorama della “destra” occidentale. Michael Gerson del Washington Post visitò Londra nel Marzo 2008 ospite di conservativehome.com. Gerson tornò con un’opinione critica rispetto alla debolezza dei Tories in politica estera e nelle “life issues”, ma in tutto il resto il suo responso era entusiasta: trovò nella politica sociale si Cameron la “reincarnazione del conservatorismo compassionevole”, una versione moderata del primo Bush che il GOP avrebbe dovuto imitare per salvare sè stesso. L’agosto scorso Fred Barnes del Weekly Standars visitò anch’esso Londra ospite del medesimo portale di Tim Montgomerie. Conobbe George Osborne (ministro ombra delle finanze) e il guru dei media Steve Hilton. Come Gerson, Barnes elaborò una critica bilanciata sul cameronismo: forte sulle riforme sociali, timido in economia e politica estera, vago su molto altro. In ogni caso concluse che la nuova immagine e, soprattutto, la nuova storia che Cameron stava raccontando ai conservative era valida e giustificava certi sacrifici ideologici. Il modello inglese dei nuovi Tories potrebbe davvero essere dunque un esempio per riportare alla Casa Bianca il Partito Repubblicano? Molti opinionisti e politici americani lo pensano, ma prima di farci prendere da facili entusiasmi dobbiamo fare due considerazioni. La prima è che il successo di Cameron alle elezioni (probabile) non è comunque ancora avvenuto e non sappiamo ancora in che percentuale i sudditi di sua maestà risponderanno positivamente al nuovo corso della destra inglese. Non solo: queste nuove issues un pò “Red Tory” saranno poi efficaci nell’azione di governo? La seconda questione da tenere presente è che l’elettorato conservatore d’oltre Manica è diverso dalla pancia del GOP, paradossalmente più radicale in certi temi e meno disposta ai compromessi, tutti europei, di cui giocoforza anche il Regno Unito sente le sirene. Recentemente un 14enne di nome Jonathan Krohn, precoce scrittore ed efficace oratore, ha scaldato i cuori di più di una platea conservatrice. Non con candore (come si dice in questi casi) ma indubbiamente con una certa lucidità ha indicato i punti da cui il GOP dovrebbe ripartire per vincere di nuovo: “respect for the constitution, respect for life, less government and personal responsability”. Prima dunque di prendere spunto da un nuovo modello solo apparentemente vicino, i repubblicani avrebbero il dovere di ripartire innanzitutto da sè stessi, comprendendo come, tutte le volte che si sono allontanati dal proprio credo abbiano perso (vedi McCain). Costituzione innanzitutto (e quello che ne consegue), rispetto per la vita, governo più leggero e responsabilità sociale: insomma, meno stato, più valori e mercato. A volte, la ricetta di sempre, ha bisogno di essere ricordata a tutti, perfino da un ragazzino. *di David Mazzarelli- UltimaThule

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