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Venti di Guerra

Nel 2003 aveva sfidato Riccardo Illy, candidata a forza dai visitors romani a capo di una coalizione di centrodestra che credeva poco in lei. Perse malamente e finì all’opposizione per cinque anni. Negli anni della sua personale traversata nel deserto, Alessandra Guerra è stata una leghista anomala: misurata, riflessiva, capace di ragionamenti figli di un autonomismo mai strillato. Poi la rottura col partito di Bossi e l’endorsement pubblico per l’ex avversario Riccardo Illy. Contro il centrodestra di Renzo Tondo, certo. Ma soprattutto contro un modello che non condivideva più e che uccideva l’autonomismo che le è sempre stato tanto, troppo a cuore. La caduta di Illy le ha inflitto la beffa di vedersi sconfitta due volte, prima per essersi messa in gioco contro il centrosinistra, poi per averlo appoggiato. Ma nelle parole, nei gesti, nelle lettere e nei silenzi dell’Alessandra di quei giorni c’era tutto il travaglio umano e politico di un personaggio in cerca di autore. Quando è stata leghista dura e pura l’accusavano di essere estremista, quando è stata donna di governo di essere un’infiltrata berlusconiana tra le camicie verdi.È stata sempre sé stessa, nel bene e nel male. Oggi prende la tessera del Partito Democratico, punto d’approdo della sua via crucis intellettuale. E lo fa partendo dal circolo del suo comune, Tricesimo. Quasi a voler ripartire, cosparso il capo di cenere, dalla base e non dai vertici. Quasi a voler espiare quel peccato originale di essere stata, un giorno lontano del 2003, imposta dall’alto, da un gioco di palazzo che forse nemmeno lei condivideva a pieno. Riparte da Tricesimo, dal Friuli e da un movimento che, poco alla volta, inizia a delineare una sua classe dirigente: Serracchiani, Martines, Honsell, Bolzonello e oggi Alessandra Guerra. Sotto la cenere di molte sconfitte cova il germoglio delle future vittorie. Se il Pd è in grado di attrarre persone carismatiche e non certo connotate ideologicamente come Alessandra, allora, a centrodestra, qualche domanda dobbiamo iniziare a porcela seriamente. Il rischio di una beffarda nemesi storica, con una Guerra candidata per il centrosinsitra in grado di batterci, è molto meno fantascienza di quello che pensiamo.

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