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Ogni tanto

Ogni tanto prendo il mio sigaro e me ne esco dall’ufficio. Udine è particolarmente bella, con il sole. Ed è particolarmente bella anche con la pioggia. Udine è particolarmente bella che ti viene naturale farti Via Vittorio Veneto tutta d’un fiato e poi infilarti in Via Mercatovecchio, salutando le statue in Piazza Libertà. Così, perché non serve far gli asceti per avere uno spazio per pensare. Non ci sono manifesti, in questo squarcio di città. Solo un po’ di fan degli AC/DC: capelli lunghi, magliette, birre che pare di stare a Monaco non solo col pensiero e attesa per il concerto di stasera. Le polemiche di questi giorni stanno solo sul giornale e negli occhi indiscreti di un signore che ti ferma e ti chiede “come mai?”. Non lo so, come mai. Ma cerco di spiegarglielo. E non ha alcun senso scomodare fatti concreti per dire cose astratte o viceversa. Ha senso soltanto dire che uno può far Politica per mille motivi: una poltrona da conquistare, le luci della ribalta, uno stipendio, la passione. Tutto questo insieme o tanto altro ancora. Però una cosa è certa: puoi fingere a lungo, anche molto a lungo. E per molto tempo puoi spingere sotto il tappeto le tue polverose idee in nome di tattiche e strategie decise da altri. Ma ad un certo punto accade che il rincorrersi degli eventi ti piazza davanti ad una scelta. Che non è un bivio e nemmeno un dramma. E’ solo un punto di domanda. In cui ti si chiede un passo indietro o un passo avanti. E la linea bianca che divide i due spazi che ci stanno in quel passo è  un’idea. Giusta o sbagliata che sia, è la tua. Se si chiama Libertà non è negoziabile.

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