Letto e Sottoscritto

La sentenza con cui la Cassazione, quel volubile forum della giustizia italiana, ha deciso che sui blog non esiste alcun principio di responsabilità sarà celebrata, c’è da temere, come un trionfo della libertà di stampa. Polaris è persuasa, al contrario, che sancirà l’irrilevanza dell’informazione online non professionale, fino a un mondo di 6 miliardi di blogger, ciascuno scritto e letto solo dal proprio autore. Se infatti è lecito far circolare qualunque sesquipedale asinità, esagerazione, calunnia, grottesca teoria del complotto, ad avvantaggiarsene non sarà la verità, già così maltrattata sul web, ma la diffidenza, il disgusto e l’inerzia. La presunta licenza di dire tutto determinerà lo scetticismo assoluto di chi a leggere ancora prova. Già oggi negli Usa ci sono siti nascosti che denigrano la reputazione di privati cittadini che, invano, provano a redimerla. I pionieri del web avevano sperato in una democrazia diretta dell’informazione, ma il caos sta ormai confondendo fonti e uso. Fuori dai grandi siti del monopolio, Google, Youtube, Wikipedia, i lillipuziani continueranno a credersi liberi e, nel caveau dei pochissimi seguaci, a predicare piccoli credi settari. Pian piano, come pula al vento, meschini sordi rancori verranno dispersi nell’inesorabile rombo dei motori di ricerca. E nulla più resterà se non un roco slogan in un sito non aggiornato da mesi, una foto ingiallita su Facebook, una correzione acida di Wiki che nessuno mai leggerà, fossile online della frustrazione. Non era questa l’utopia del web e la Cassazione, credendo forse tra gli ermellini di sostenere la libertà, assicura irrilevanza al rumore di fondo che si spaccia oggi per cronaca online. Peccato.

Gianni Riotta. Da sottoscrivere. Riga per Riga.

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