Il grande assente

In uno spassoso articolo pubblicato da US News & World Report, lo storico Alvin S. Felzenberg (già portavoce della commissione su 9/11) sostiene che il secondo discorso di Obama sullo Stato dell’Unione è un raro concentrato di plagio. “Se l’imitazione è la più sincera forma di adulazione – scrive Felzenberg – cosa può essere detto del plagio? Il secondo discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato da Barack Obama conteneva così tante idee riciclate e frasi copiate da discorsi altrui, da far rabbrividire qualsiasi storico. Suppongo che questo sia quello che accade quando non si ha niente di nuovo da dire, ma si è costretti dalla Costituzione a presentare un rapporto di qualche tipo ad una certa data e ora”.

In rigoroso ordine d’apparizione, Felzenberg cita frasi e concetti “presi a prestito” da Mario Cuomo, Margaret Thatcher, Dwight Eisenhower, John F. Kennedy, Ronald Reagan, Jimmy Carter e Franklin D. Roosevelt. C’è un solo assente di rilievo in questa galleria di personaggi saccheggiata per il discorso che avrebbe dovuto battezzare la svolta clintoniana di Obama. E si tratta proprio di Bill Clinton.

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