Successioni

Ormai la speranza di un partito normale, in un centrodestra normale, in un paese normale non ce l’abbiamo più. Tuttavia, il tema “successione” merita due righe di riflessione.

Berlusconi ha creato dal nulla Forza Italia e ha inventato sul Predellino il Pdl. Lui, da solo. Spesso contro larga parte della “sua” classe dirigente che, invece, gli consigliava di fare il contrario. E’ apparso, quindi, ragionevole che fosse lui e nessun altro a guidare questi due movimenti, a decidere coordinamenti e candidature, ministri e sottosegretari.

Questa leadership carismatica porta con sé un effetto collaterale non da poco: azzera completamente ogni classe dirigente degna di tal nome e produce un numero alto di ottimi supporters del Premier. Nessuno, però, in grado di sostituire il leader naturale.

L’indicazione di Alfano, vera o presunta, ricorda a tutti quel che certamente non potrà accadere e cioè una leadership trasmessa per via ereditaria e diretta. Qualsiasi successore scelto senza un passaggio intermedio tra Berlusconi e la futura leadership sarà giocoforza un nome non credibile, buono per essere bruciato e sostituito alla prima occasione utile.

Come uscirne? Qui rimaniamo convinti di un dato banalissimo, ovvero che l’unica incoronazione possibile è quella popolare. Non per acclamazione, come avvenuto per Berlusconi, ma per scelta tra più soluzioni. Se il centrodestra dopo Berlusconi si caratterizzerà per primarie aperte e partecipazione democratica, vinceremo ancora. Altrimenti attrezzatevi per Bersani o Montezemolo.

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