Una data storica

Una data storica. Di quelle da segnare, magari, con un cerchietto rosso. Troppa enfasi? Non c’è da giurarci visto che la sostanza di questa giornata elettorale britannica è davvero notevole per più di un aspetto. Tralasciato per il momento il capitolo referendum elettorale, che riprenderò in altra sede, il dato più eclatante emerso dalle urne è, sicuramente, il quasi plebiscito che ha premiato il partito degli indipendentisti scozzesi consegnando loro una maggioranza assoluta nel locale parlamento.

Una prima assoluta da quando nel 1997, in ossequio alla devolution blairiana fu reintrodotto questo istituto di autogoverno. Da allora lo Scottish National Party non ha fatto che crescere per numero di consensi, diventando via via il partito più suffragato, poi il detentore della carica di Primo Ministro ed ora, l’arbitro incontrastato della situazione.

Alex Salmond, il protagonista di questo spettacolare exploit non somiglia per nulla, in realtà, all’eroe dell’epopea nazionale, quel William Wallace le cui gesta furono immortalate nel bel film di Mel Gibson. Affabile e moderato, Salmond è riuscito a plasmare la sua creatura smussandone i lati più sgradevoli.

Oggi l’SNP è una moderna forza politica social-democratica, per quanto possa esserlo una socialdemocrazia europea,  con un occhio attentissimo alle esigenze del territorio e molto più pragmatismo dei concorrenti diretti, laburisti e liberaldemocratici che condividono molti aspetti delle policies nazionaliste scozzesi. Mantenimento degli alti standard di welfare, massima enfasi sullo sfruttamento delle energie rinnovabili, servizi pubblici efficienti proprio come nella Scandinavia del bel tempo che fu.

Ma soprattutto una parola magica, prima sussurrata e da domani gridata ad alta voce: indipendenza. Eh sì, perchè l’obiettivo di lungo periodo del gruppo in questione è proprio il distacco da Londra. Da conseguire, ovviamente, in maniera  del tutto pacifica. E quale metodo più appropriato di un referendum che consulti la maggioranza del popolo sovrano? Evocato in campagna elettorale come tema portante della piattaforma SNP, il quesito potrà essere ora incardinato e messo alla prova entro pochi anni, non oltre, comunque , il 2016. Qualcosa di simile a quanto accadde, seppur con esiti contrapposti, in Cecoslovacchia e nella provincia canadese del Québec durante gli anni ’90 del secolo scorso.

Per chiudere con qualche numero, anche se il computo non è ancora definitivo, possiamo citare il guadagno netto di oltre 30 seggi nei collegi uninominali da parte dello SNP ed il contestuale tracollo di tutti i concorrenti, dai laburisti che pure affrontavano la partita con un certo ottimismo rivelatosi poi di sufficienza ai libdems , letteralmente polverizzati, ai conservatori rassegnati alla marginalità delle zone di confine con l’Inghilterra.

Da domani, c’è da scommetterci, i trionfatori lavoreranno testardamente, secondo il proverbiale carattere scozzese, per restituire dignità ad un sogno cullato per secoli e che mai è apparso, di nuovo, tanto attuale.

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