Mezza destra, mezza sinistra

La vicenda di Stefano Campagna e del dossier “Libro Bianca” è emblematica per comprendere a fondo lo stato pietoso in cui versa la politica italiana. Da un lato, quello sinistro, c’è un’armata politicamente sconnessa e probabilmente minoritaria a livello di consenso, capace però di occupare con stabilità e precisione chirurgica ogni anfratto di potere possibile.

Istruzione, Magistratura, Informazione: cambiano gli ambiti ma lo schema è il medesimo. Occupare, ideologizzare, riunire sotto sigle sindacali fintamente autonome e poi entrare con decisione nell’agone politico. L’aspetto lampante di tutto questo si chiama Rai: è lì che ogni santo giorno si manifesta in full hd la debolezza cronica della destra italiana. Il Pdl è accusato di aver strumentalizzato Tg1 e Tg2, di aver regalato un sacco di soldi a Giuliano Ferrara, di aver lottizzato la Rai come farebbe la peggior partitocrazia della prima repubblica. Tutto vero, peccato che nei fatti di questa pratica sgradevole il Pdl si sia preso gli svantaggi (le accuse) e non i profitti. Santoro e Floris conducono le due trasmissioni di prima serata e di approfondimento politico, il Tg3 è lì in tutta la sua bellezza e continua ad essere tv di propaganda né più né meno di quanto accada per il Tg1. Soltanto che se c’è di mezzo Minzolini, puoi scrivere un Libro Bianco, fare una conferenza stampa e passare le giornate a raccontare al mondo di quanto Minzolini sia partigiano, scorretto e inadeguato. E’ giusto che sia così, ed è doppiamente giusto che accada quando di mezzo c’è il servizio pubblico e i soldi dei cittadini.

Se, però, ti chiami Bianca Berlinguer, allora no. Lo spartito cambia, la critica diventa diffamazione, le accuse si chiamano dossier e le lamentele dei colleghi sono killeraggio politico. Lo ha capito Stefano Campagna che ieri ha scritto due righe per rassegnare le sue dimissioni da membro dell’esecutivo dell’Usigrai. Campagna si dimette in seguito alle denunce della Berlinguer e alle prese di posizione di moltissimi politici che si sono alzati dalla sedia tanto comoda che occupano per schierarsi a difesa della libertà della direttorissima del Tg3. Tra questi anche un sempre più surreale Ignazio La Russa. Coordinatore nazionale del Pdl e Ministro della Difesa (probabilmente d’ufficio), nei giorni della pubblicazione del “Libro Bianca” non ha trovato di meglio da fare che dichiarare pubblicamente tutta la sua ammirazione per la lodevole attività svolta dalla Berlinguer, condannando con fermezza certe accuse che, evidentemente, riteneva poco documentate.

E’ vero, erano accuse anonime che nessuno ha rivendicato. Ma è altrettanto vero che nessuno le ha smentite e che nessuno del Tg3 ha sentito il bisogno di dire tre parole, tanto semplici quanto definitive “non è vero”. Quel che, invece, è verissimo è che in questo paese un centrodestra serio avrebbe difeso Campagna e chiesto di fare chiarezza.

E’ accaduto che nella migliore delle ipotesi l’hanno lasciato solo, mentre nel caso del buon Ignazio gli hanno addirittura dato addosso. La prossima volta che il Presidente Berlusconi chiama qualche trasmissione in diretta per lamentarsi dello stato del servizio pubblico, qualcuno gli ricordi di quanto accaduto in questi giorni. Capirà che ha iniziato a perdere quando ha preferito i signorsì a quelli con la schiena dritta e quelli con i complessi di inferiorità ai coraggiosi.

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