The End

Avevo appena scelto di salutare la manovra uscita da Arcore come un passo avanti. Che nella mia beata ingenuità ritenevo molto meglio di due passi indietro. Questa volta, il governo si è superato: ha fatto una giravolta e tre passi nella direzione opposta al buonsenso.

Da sola la misura sulla pubblicazione dei redditi varrebbe la sfiducia a questo esecutivo e alla sua maggioranza. Aggiungiamoci poi la pazza idea dell’Iva che prima non c’è, poi c’è, poi forse per due mesi e poi forse niente. Sullo sfondo un clima da Torquemada fiscale che sconfessa in tutto e per tutto la visione del rapporto tra stato e cittadino per cui questa maggioranza era stata eletta e votata.

Berlusconi è sceso in politica per ridurre il perimetro dello stato e migliorarne l’efficienza. Se ne va lasciandoci in eredità un paese più statalista di prima, inefficiente e bloccato, con redditi pubblici e odio sociale distribuiti in pubblica piazza.

Quando qualcuno riscriverà la storia di questi anni sarà costretto a prendere in prestito Trotskij: una “rivoluzione tradita” così non si era mai vista.

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