I nostri eroi

Quando fu chiaro che moltissimi vigili del fuoco avevano perso la vita nel crollo delle torri gemelle, pur avendo ritrovato solo i corpi di pochi di essi, e pur sapendo che difficilmente si sarebbe più ritrovato alcunché della maggioranza di essi, l’amministrazione Giuliani si trovò di fronte al problema di dover sopperire alla loro mancanza, nei ranghi del FDNY, in un momento drammatico. Si decise, con la morte nel cuore, di procedere alla promozione di un cospicuo numero di vigili superstiti, che andassero a prendere il posto dei loro fratelli caduti nel tentativo di salvare vite umane innocenti, nella consapevolezza che questo sarebbe stato ciò che avrebbero voluto coloro che non c’erano più. Questo è il discorso tenuto domenica 16 settembre 2001 dal sindaco Rudolph Giuliani alla cerimonia di promozione nel dipartimento Vigili del fuoco di New York.

“Siamo qui riuniti all’indomani dei funerali di tre leggende dei vigili del fuoco: il capo Ganci, il primo viceassessore Feehan e il nostro amato padre Mychal Judge. Qualcuno si chiederà il perché di queste cerimonia, di queste promozioni, dopo tali devastanti perdite. La risposta è chiarissima: sarebbero proprio i morti e i dispersi, se potessero, a chiederci di andare avanti per la nostra strada. In questo dipartimento hanno investito la vita e l’amore, per questo dipartimento hanno dato la vita. Ed è con un profondo senso di responsabilità nei confronti della loro memoria che dobbiamo andare avanti.

Voglio che sappiate che le preghiere di ogni newyorchese, e credo di ogni americano, sono con voi. La vostra disponibilità di andare avanti intrepidi nella più difficile delle circostanze è un esempio per tutti noi. Il nostro e il vostro cuore è spezzato, non v’è dubbio, ma continua a battere forte, molto forte. La vita andrà avanti, sia per la città che per il dipartimento. Abbiamo un lavoro importante da svolgere oggi, domani, nei mesi e negli anni che ci aspettano.

Winston Churchill, leader della Gran Bretagna devastata dai bombardamenti tedeschi durante la battaglia d’Inghilterra, disse una volta : «Il coraggio è giustamente considerato la prima qualità dell’uomo perché è la qualità che garantisce tutte le altre».

Null’altro può veramente accadere senza il coraggio. E non vi è esempio migliore del coraggio dimostrato dal dipartimento dei Vigili del fuoco della città di New York.

Nell’ultimo grande attacco all’America, quello di Pearl Harbor, le prime vittime furono gli uomini della marina degli Stati Uniti. Indossavano un’uniforme, come voi. In questa guerra le prime, gravi perdite sono state subite dal dipartimento dei Vigili del fuoco di New York. La marina fece quadrato, reagì e vinse la battaglia delle Midway invertendo in tal modo l’esito della guerra nel Pacifico, dopo le gravissime perdite subite. Oggi si formano i nuovi ranghi del dipartimento dei Vigili del fuoco di New York, e mi vengono in mente le nomine a ufficiale sul campo di battaglia in tempo di guerra.

Quand’ero bambino avevo uno zio, fratello minore di mia madre, che faceva il vigile del fuoco a Brooklyn. Questo zio un giorno rimase gravemente ferito cadendo da un’autoscala lanciata a tutta velocità sul posto di un incendio, rivelatosi poi un falso allarme. Si fratturò entrambe le gambe e per qualche giorno si temettero anche lesioni alla spina dorsale che lo avrebbero condannato alla sedia a rotelle.

Quando mia madre l’andava a trovare al Kings County Hospital mi portava con sé. Soffriva terribilmente, lo zio, ma ricordo ancora che ci diceva di voler tornare al lavoro. Era quel pensiero a fargli sopportare il dolore, a sostenerlo. Ci raccontava di quanto amava il suo lavoro e, anche se avevo solo cinque o sei anni, lo capivo perfettamente. Un uomo che si era rotto le gambe, e forse anche la schiena, voleva a tutti i costi tornare al lavoro che amava. E così avvenne. Lo zio fece una lunga carriera nei vigili del fuoco, rimase ferito altre due volte e andò in pensione con il grado di capitano. E’ stato uno dei miei primi eroi.

Voi siete tutti miei eroi. Lo siete da quando ero piccolo e dal giorno in cui sono diventato sindaco di New York. Mi si spezza il cuore al pensiero di dover aggiungere tanti nomi, chissà quanti, a quelli presenti sul muro eretto in memoria dei vostri caduti. Avevo sperato che non ce ne sarebbero stati più.

Dai nostri cuori a pezzi dobbiamo trarre la determinazione a rendere questa città ancor più sicura, a dimostrare a quei vigliacchi che hanno cercato di struggere lo spirito dal quale siamo animati che, anche se ci hanno portato via alcune tra le nostre vite più preziose, non ci hanno certo tolto questo spirito.

Lo spirito della democrazia è più forte di questi terroristi vigliacchi. I paesi che vivono sotto l’impero della legge accettano le regole democratiche e rispettano e tutelano la vita umana come la rispettano e la tutelano i pompieri di New York. E’ questo che vogliamo. E’ il futuro che vogliamo per i nostri figli, quello che vogliamo per il resto del mondo. E’ questo che l’America ha sempre voluto. Ed è questo che voi rappresentate, ponendovi da esempio all’America.

Vi chiedo quindi di alzarvi in piedi per unirci in un applauso in onore degli uomini che avete perso e di quelli che ancora cerchiamo.

Moltissime grazie, Dio vi benedica tutti”.

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