Senza arrabbiarsi

Non se ne abbia a male il sindaco di Roma, ma non troviamo alcuna differenza tra il consigliere regionale Nicole Minetti e il consigliere regionale Isabella Rauti. Una sta nel listino perché ce l’ha messa Silvio Berlusconi, l’altra perché l’ha indicata Gianni Alemanno. Che poi tra a dividerle ci stiano storie di vita privata e impegno pubblico completamente diverse, questo è un altro paio di maniche.

La sostanza è che sono due consiglieri regionali nominati e che non si può criticare la nomina di una senza porsi un dubbio sull’indicazione dell’altra.

Per i parlamentari è la stessa cosa. Che differenza c’è tra Marianna Madia, Domenico Scilipoti e, che so, Elvira Savino? Tutti in Parlamento senza un minimo di vaglio elettorale, senza passare per il via.

C’è qualcuno, tra i politici di oggi, che può alzare il ditino contro qualcun’altro ed ergersi a difensore dei principi democratici e meritocratici di questo partito e di questo paese? Forse sì. Se, però, la sua compagna fa il consigliere regionale senza aver preso uno straccio di preferenza diventa un problema di credibilità.

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