GOP Fight

Newt Gingrich in calo (29% nella media RCP), Mitt Romney in ripresa (25,4%), Ron Paul ormai stabilmente in doppia cifra (12,2%), qualche segno di risveglio per Michele Bachmann (8,2%) e Rick Perry (7,6%). Dietro al quintetto di testa, solo Rick Santorum (3,8%) sembra ancora avere qualche infinitesimale chance. Encefalogramma ancora piatto per Jon Huntsman (2,6%). La corsa per le primarie del GOP, a livello nazionale, è ancora estremamente fluida. Ma negli ultimi giorni il poderoso (e apparentemente coordinato) sforzo anti-Newt compiuto dal mondo intellettuale e giornalistico vicino al partito repubblicano sembra aver iniziato a dare i suoi frutti.

Anche in Iowa, dove tra qualche settimana si svolgeranno i primi caucus, lo stato delle cose è ancora molto confuso. Negli ultimi giorni, sempre secondo la media RCP, Ron Paul (21,7%) ha superato di slancio un Romney in crescita (20,3%) e un Gingrich in nettissimo calo (15,7%). Quarto (e addirittura terzo, per Insider Advantage) un redivivo Perry (12%) davanti alla Bachmann (9,7%) e Santorum (6,3%). Anche Huntsman (4,3%) in Iowa evita percentuali da prefisso telefonico.

New Hampshire e South Carolina sono i due early states più attesi dopo l’Iowa. Nel moderatissimo Granite State, in piena Mitt Country, l’ex governatore del Massachusetts conduce con il 33,8%, davanti a un Gingrich in lieve flessione (20,8%). Ron Paul (16,8%) conquista il terzo gradino del podio davanti a Huntsman (11,8%), che si gioca tutte le sue carte (cioè nessuna) proprio in New Hampshire. Dietro, molto staccati, Bachmann (3,8%) e Perry (1,8%).

Più stabile, anche se sempre confusa, la griglia di partenza  in South Carolina. Nel primo degli stati della Bible Belt che andrà a votare il vantaggio di Gingrich (38,5%) su Romney (20,8%) sembra piuttosto solido. Dietro di loro, Paul (8%), la Bachmann (6,5%) e Perry (6,3%) sono distanziati da un pugno di decimali. Più staccati Santorum (3%) e Huntsman (2.8%).

Con un panorama sondaggistico così caotico, viene la tentazione di affidarsi a chi scommette denaro (vero) sull’esito delle primarie. Per Intrade non c’è partita: le probabilità che Mitt Romney sia il candidato repubblicano alla presidenza nel 2012 sono addirittura il 68,3%. E il suo vantaggio nei confronti di Gingrich (9,6%) è abissale. Ron Paul se la cava con un onestissimo 8,2%; molto meglio di Perry (3,9%) scavalcato perfino da Huntsman (5,3%). Malissimo anche la Bachmann (1,5%) e Santorum (0,7%), a cui gli scommettitori di Intrade preferiscono Jeb Bush (0,8%) che neppure si è candidato (anche se qualcuno ha trovato sospetto il suo editoriale di oggi sul Wall Street Journal).

Questa la situazione a due settimane dai caucus dell’Iowa. Se qualcuno riesce a capirci qualcosa mi faccia un fischio, perché io sono assolutamente disorientato. L’unica cosa che mi sento di consigliarvi è la lettura dell’ottimo articolo di Alessandro Tapparini su Notapolitica.it. Per tutto il resto, mi appello al quinto emendamento.

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