Cool Conservative

“Né i conservatori né gli umoristi credono che l’uomo sia buono. Ma quelli di sinistra sì”. È una delle massime di P. J. O’Rourke, giornalista e autore statunitense che così racconta la sua visione delle cose, ricordando quando negli Anni ’60 si conformò al pensiero dominante tra i giovani americani, abbandonando le sue posizioni politiche: “Almeno non sono mai stato un liberal. Sono passato dall’essere un repubblicano ad un comunista e poi sono tornato immediatamente repubblicano”. Un simpatico mascalzone che ha ragione, ma non del tutto.

Il conservatore si porta dietro un certo pessimismo cronico, un mix tra realismo e cinismo che agli occhi di chi guarda alle cose attraverso gli stereotipi e i pregiudizi lo rendono un bastardo, un usurpatore, un retrogrado. Un reazionario (bellissima parola ormai caduta in disuso). È poi vero che i conservatori mettono in conto la necessità di limitare le tendenze pericolose degli uomini facendo uso di legge e ordine (Law and Order) e – quando proprio occorre – della forza militare. E quello pensa: fascisti (stereotipo).
Il conservatore al contrario è ganzo, figo, originale perché crede che tutti abbiano qualcosa da dire, da esprimere, da portare alla luce al punto che soltanto di fronte alle circostanze estreme il bene più prezioso che si ha – la libertà – può essere momentaneamente limitata. Notare la differenza: i liberal (sì, proprio loro), nella visione del mondo così fastidiosa, rancorosa e prepotente che hanno incorporata, sono dell’idea che l’uomo sia del tutto incapace di fare qualcosa di giusto, d’intendere e volere. Per creare una società giusta e corretta si affidano ad un’entità morale superiore che spesso coincide con il concetto di stato a seconda delle loro preferenze e dei loro criteri, in grado di infilarsi nelle libertà individuali, dettando comportamenti, azioni e regolamentazioni sociali. Il popolo – dicono – va istruito, che non è un sinonimo di educato.

È un virus che contagia facilmente, tipo quel David Cameron che qualche anno fa appoggiò l’aumento delle tasse o l’ex Terminator Arnold Schwarzenegger (Republican In Name Only) che ha contribuito a mandare in bancarotta la California, spendendo i soldi dei contribuenti in politiche ecologiste che non hanno portato da nessuna parte e soprattutto hanno condotto ben lontano dal risparmio le casse dello stato della West Coast. Una debolezza che in diverse occasioni intacca le difese immunitarie, negli Stati Uniti, della destra cristiana,  specie quando chiede da parte del governo di rafforzare la cosiddetta morale pubblica, facendo la figura di quei gruppi femministi di casa nostra che ora domandando “se non ora, quando?”, mentre trent’anni fa pretendevano che ogni cosa fosse lecita.

I conservatori sono cool. Rispettano istituzioni fondate nel tempo come la famiglia (non i suoi surrogati a piacimento), la scuola e pure la Chiesa – senza indossare i panni del bigottismo in salsa sociale/progressista. Celebrano la vita bevendo, alla faccia dal salutismo regolamentato. Pigiando sull’acceleratore, in barba ai numerosi divieti che hanno intasato le strade. Lasciandosi scappare qualche parolaccia gratuita, qualche espressione aggressiva e politicamente scorretta, a dispetto di chi finge di fare uso di un vocabolario da educande. Sono per quel modo di vivere la vita che i radical chic promuovo solo a parole: siate voi stessi, santi e peccatori. Nel rispetto della libertà individuale e del buon senso, che altrimenti ci si trasforma nei soliti fighetti del “so tutto io”.

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