Tra le righe

Di Corrado Passera possibile candidato in quota (anche) Pdl per la guida di Palazzo Chigi si discute da tempo. Più o meno al riparo da ascoltatori indiscreti, nelle segrete stanze, sono settimane che il nome del Ministro dello Sviluppo Economico circola come possibile Papa straniero. Straniero per molti se è vero come è vero che il “lodo Passera” prevederebbe un accordone Pdl-Pd-Terzo Polo e una grosse coalition che più grosse non si può con Lega, Idv e Vendola fuori dai giochi e un governo per metà democristiano e per l’altra metà in perfetta continuità con l’esecutivo Monti.

L’uscita di Roberto Formigoni è il tentativo, anche maldestro, di sparigliare e di non arrendersi all’inevitabilità (tutta presunta) di un candidato neutro per le politiche 2013. Formigoni non ha detto che Passerà dovrebbe essere il candidato ma che “se […] dicesse di condividere i nostri ideali e chiedesse di correre alle primarie, sarebbe un fatto positivo” e che “nessuno potrebbe impedirgli di partecipare“.

Il non-detto è molto semplice: vuole essere il candidato del Pdl? Si faccia contare. Peccato però che le ipotesi di primarie per la scelta del candidato premier rappresentino il percorso esattamente opposto rispetto ad una possibile candidatura di Passera. Primo perché il titolare dello Sviluppo Economico dovrebbe incarnare l’identikit un candidato non-partisan, secondo perché tutto accetterebbe meno che di farsi logorare in una competizione che, gli attuali congressi pidiellini lo confermano, premia più i muscoli e l’organizzazione di partito che i giocatori dai piedi buoni con ottime entrature nei salotti che contano.

Formigoni voleva bruciare Passera. E, stando alle reazioni di queste ore, l’operazione gli è riuscita benissimo

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