Cinque cose

Oggi è il (gran) giorno delle elezioni amministrative nel Regno Unito. Si tratta di un tagliando di mid-term molto atteso per David Cameron e per i Conservatori, anche alla luce del fatto che si voterà a Londra per la riconferma di Boris Johnson in una sorta di re-match contro Ken Livingstone. Volendo mettere un po’ di ordine nel caos elettorale, lancio lì cinque spunti per cinque aspetti da analizzare per orientarsi meglio una volta che le urne saranno chiuse e i risultati inizieranno ad arrivare.
 
1) London calling: è Londra il centro di queste elezioni. Boris Johnson si gioca tutto e lo fa un po’ contro il suo avversario un po’ contro il “suo” governo. Non è un mistero che il sindaco di Londra abbia più volte preso platealmente le distanze dall’operato di Cameron&Osborne. Capire come reagirà un elettorato non proprio rappresentativo della totalità dell’isola sarà molto interessante. Così come sarà molto interessante notare le discrepanze tra “first votes” e “second votes” per delineare il riallineamento ideologico in atto all’interno del movimento conservatore.

2) UKIP: a proposito di spostamenti interni al centrodestra britannico, tutti gli occhi sono puntati sull’UKIP di Nigel Farage. E’ dato in grandissima forma e così sarà. Schiera circa 750 candidati e giura che darà battaglia. Anche per l’UKIP, Londra sarà un bel banco di prova. Il sistema proporzionale con cui viene eletta l’assemblea cittadina può garantire uno o due seggi al movimento alla destra dei Tories. Sarebbe un risultato storico e in grado di dare una visibilità strutturale ad un partito che, fino a pochi giorni fa, era di sola testimonianza.

3) I Lib Dem: sono stati i grandi assenti dal dibattito nazionale e locale di questi mesi. Come reagiranno i loro elettori? C’è chi giura finiranno tra le braccia dei laburisti, chi assicura che al dunque lo zoccolo duro del partito risponderà da par suo. La verità è che Nick Clegg ostenta ottimismo da qualche giorno e questo potrebbe essere un boomerang fatale non solo alla sua leadership (già traballante) ma anche per la tenuta del governo di coalizione (ancor più traballante, se possibile).

4) Proiezioni nazionali: al solito i giornali si spenderanno molto a cercare conseguenze nazionali per questo voto amministrativo. Essendo il modello collaudato, solitamente ci prendono e quanto prevedono puntualmente accade. Alle ultime amministrative dell’era laburista a Downing Street, larga parte degli editorialisti nazionali era riuscito a prevedere una vittoria non larghissima di David Cameron. Così, alla fine, è andata. Questo giro peseranno moltissimo i voti di protesta. Se si confermano su soglie medio-alte il rischio è che i Conservatori ne vengano penalizzati più di altri.

5) David Cameron: tutti attendono la sua prima dichiarazione post-voto. Tutto sarà chiaro al primo commento del leader del  partito Conservatore. Sapendo una cosa: il rischio elezioni anticipate incombe.

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