Bipartisan Mitt

TAMPA, FLORIDA – Presidenziale. Moderato. Quasi bipartisan. Il Mitt Romney che arriva in Florida dopo due giorni di sospensione della campagna elettorale è un candidato alla ricerca del colpo di reni finale negli swing states. Per garantirsi il momentum che potrebbe portarlo alla Casa Bianca, Romney riparte dai temi su cui è ritenuto più credibile: economia e lavoro. A Tampa, in un hangar del locale aeroporto, il rally presidenziale è aperto da un paio di esponenti locali, poi l’escalation: sul palco salgono l’ex governatore Jeb Bush, il candidato al senato Connie Mack e la rockstar locale Marco Rubio.

Mack appare in oggettiva difficoltà rispetto all’incumbent Nelson e non sembra scaldare particolarmente i cuori dei floridians arrivati sin qui. La platea è molto più affettuosa con Jeb Bush, ricordato qui come uno dei migliori governatori dello Stato. Efficace il passaggio su “Barack Obama è particolarmente bravo a dare la colpa agli altri, soprattutto a mio fratello” e l’endorsement a Romney, “uno che sa come risolvere i problemi”. La volata al candidato presidenziale la tira Marco Rubio che per i repubblicani di qui è quello che Obama è stato per i dems nel 2008. Mette un piede sul palco e il pubblico letteralmente va in visibilio. Prende la parola e il suo speech è interrotto almeno otto volte dagli applausi dei supporters Gop. La differenza con gli altri che lo hanno preceduto (tranne Jeb Bush) è evidente: ispirato e ispirante, Marco Rubio rappresenta il futuro di questo movimento. E’ giovane, ispanico, sembra il ragazzo della porta accanto e, cosa non di poco conto, esprime concetti “alti” con modi semplici ed educati. Un politico a 360 gradi, capace di piacere sia ai giovani che lo ritengono elettrizzante che ai senior che lo vedono come il nipote perfetto. 

Parlare dopo di lui non è facile, anche se ti chiami Mitt Romney. E, infatti, il candidato repubblicano si fa scortare sul palco dal giovane senatore vicino ai Tea Party, ammicca, si lascia abbracciare. Il suo discorso, come detto, è moderato, poco politico perché poco orientato a parlare di partiti e molto centrato sui temi cari agli elettori. Romney scivola rapido sui 5 punti su cui gli Stati Uniti necessitano un’inversione di rotta:  indipendenza energetica, scuola e formazione, il mercato che funziona per l’America, tagli al deficit, small business.  Cinque punti che dovrebbero garantire agli States una Middle Class più forte, 12 milioni di nuovi posti di lavoro e più soldi in tasca ai lavoratori.  

Visto dal vivo è un candidato molto diverso da John McCain. Decisamente più sicuro di sé, molto presidenziale, magari meno empatico ma certamente in grado di colpire Obama là dove Obama ha fallito. Per questo rispetto a McCain ha più chances di farcela e per questo qui sono tutti decisamente confident: il Gop può vincere in Florida e, cosa più importante, può licenziare Obama. Sarebbe l’unico disoccupato che farebbe davvero felice Romney. 

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