Cari amici europei

“L’Europa che ho amato e che ancora amo assomiglia sempre più ad un parco a tema. È divertente da visitare, ma non è più fonte di ispirazione creativa”. Più crudo di così non poteva essere Michael Ledeen, analista di politica estera, un conservatore  che ama l’Italia. Questa volta parla ai suoi amici europei in generale e spiega: “Noi non vogliamo seguire il vostro esempio. E il vostro supporto cosi massiccio ad Obama -che tanto ha danneggiato gli Stati Uniti – conferma il mio pessimismo riguardo al vostro futuro”.

Quel che proprio non è piaciuto a Ledeen infatti è il sondaggio che ha fatto il giro dei media europei e americani in base al quale più del 90% degli elettori del vecchio continente, se fosse americano voterebbe per Obama. Di più, gli europei sembrerebbero ventilare un certo diritto di ingerenza nella politica americana per il semplice motivo che in fondo quel che accade a Washington influenza molto le vite dei cittadini europei. Una mentalità che manda in bestia Ledeen e che fa riemergere l’orgoglio della Rivoluzione americana e del distacco dal borioso Vecchio Continente.

Eppure il legame dell’analista americano con l’Europa è forte e dura da tanto tempo. “Quando venni a studiare in Europa, a metà degli anni 60 -r icorda Ledeen nella sua lettera aperta agli amici europei– ero entusiasta. La letteratura europea, la musica, la moda, la filosofia, la cucina, il cinema, il teatro: tutto era manifestamente migliore di qualsiasi cosa potesse offrire l’America a un giovane intellettuale. In molti sensi mi sentito più a mio agio, più stimolato, più vivo in Europa che negli Stati Uniti. Non è più così. Nella maggior parte dei campi culturali l’America oggi è più creativa”.

Ma quel che è peggio, secondo Ledeen, è che “gli europei sembrano aver abdicato alle proprie libertà delegandole ai governanti. In modo che il governo garantisca loro una vita facile, cure mediche gratuite, un sacco di vacanze e nessun obbligo internazionale. Di cerco sapete che una parte molto ridotta delle vostre tasse viene spesa per la difesa. Noi abbiamo pagato il vostro conto per decenni: i nostri soldati e la nostra forza militare vi ha protetti”.
Secondo Ledeen ormai qualcosa si è spezzato nel rapporto tra Vecchio e Nuovo Continente e difficilmente tornerà quello di prima.  “Non dovete sorprendevi – anche se in realtà dovreste preoccuparti – se noi abbiamo cominciato a guardare sempre più spesso al di la del Pacifico. Non è un caso – conclude Ledeen – che i nostri più brillanti e talentuosi americani siano sempre più spesso asiatici, non europei”.

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