NBA 2013 – Western Conference

Detto della Eastern Conference, attraversiamo gli Appalachi e spostiamo la nostra attenzione sulla Western Conference con una promessa: dei Los Angeles Lakers ci occuperemo a breve in maniera più approfondita, perché la squadra, l’esonero di coach Brown e il conseguente arrivo di D’Antoni meritano delle riflessioni a parte.

Northwest Division
Gli Oklahoma City Thunder (6-2) sono alla prova più difficile: devono confermarsi dopo essere arrivati a un passo dall’Anello la stagione scorsa e hanno perso il Barba Harden, sacrificato a un anno dalla scadenza naturale del contratto e scambiato con Houston sostanzialmente per Kevin Martin. Durant e Westbrook rimangono una delizia per gli occhi, allenatore e GM sono gli stessi e il Barba aveva parzialmente tradito nelle scorse Finals: la mossa può starci anche e soprattutto per non appesantire troppo il salary cap e tentare comunque l’assalto al titolo. I Minnesota Timberwolves(5-2) sembrano finalmente aver imboccato la strada giusta: hanno due superstar come Love e Rubio, ottimi giocatori come Kirilenko, Barea, Ridnour e Budinger e tentano la carta Brandon Roy che sembrava aver terminato precocemente la sua carriera: se la salute lo sostiene, i T-Wolves entrano in lizza per giocarsi almeno la Finale di Conference.

Gli Utah Jazz (4-4) mi sembrano una squadra discreta che può lottare per arrivare alla post-season anche se al team di Salt Lake City manca un go-to-guy affidabile e Al Jefferson non è Karl Malone; interessanti i Denver Nuggets (4-4) che hanno sostanzialmente aggiunto Iguodala ma si sono impoveriti sotto canestro (come hanno potuto tagliare il Birdman??). Danilo Gallinari è ancora atteso al definitivo salto di qualità: se si rivelerà un All-Star in Colorado ci si potrà divertire. Infine, i Portland Trail-Blazers (2-5) dopo anni di sventure provano a ricostruire ma centrare i playoffs pare un’impresa difficile per la franchigia dell’Oregon.

Southwest Division
I San Antonio Spurs (7-1) paiono i favoriti: incredibile il lavoro che negli anni ha portato avanti coach Popovic, riuscendo sempre a trovare eccellenti comprimari da affiancare al trio Duncan-Parker-Ginobili. Anche quest’anno quindi credo che passare dalle parti dell’Alamo sarà impresa difficile per chiunque. Dietro gli Spurs, i Memphis Grizzlies (5-1) devono continuare nel loro progetto e sembrano un’ottima squadra: l’asse Gay-Gasol è notevole e Randolph ha finalmente trovato la propria dimensione: playoffs.
Il team più accattivante è senz’altro Houston: i Rockets (3-4) hanno acquisito Lin e Harden che sono chiamati a dimostrare il loro valore da prime punte e non più da secondo (o terzo) violino; la squadra però è veramente debole sotto canestro, urgerebbe un lungo “da corsa”.
Problema opposto per i Dallas Mavericks(4-4): la squadra di Cuban è davvero profonda (Nowitzki, Marion, Kaman, Brand, Murphy) sotto le plance ma difetta di una vera point-guard. Penso che coach Carlisle voglia tentare l’esperimento di tramutare OJ Mayo in un playmaker.
Infine i New Orleans Hornets (3-2) che non si sono ancora ripresi dal trasloco di CP3 a Los Angeles: qualche rookie interessante e poco altro, in attesa del draft e di qualche free-agent.
Pacific Division
Los Angeles alla fine la farà da padrona: i Lakers (3-5) dopo l’avvio shock si riprenderanno in qualche modo, senza dubbio. Sulla carta non c’è storia, D’Antoni sembra the right man at the right place ma alla fine l’unico giudice sarà il parquet: l’infortunio di Nash sicuramente non aiuta, ma, come detto, ne riparleremo a breve..Cambiando spogliatoio,i Clippers (5-2) sono partiti col piede giusto e mi piacciono molto: CP3, Billups, Crawford e Caron Butler dietro sono una garanzia, Grant Hill è un’ottima chioccia come può esserlo il figliol prodigo Lamar Odom. Se Lamarvelous torna a giocare per davvero senza pensare ai reality è l’uomo giusto per raffinare e determinare la definitiva esplosione di Blake Griffin che non può più accontentarsi del ruolo di highlight-machine.
Poche speranze in Arizona: i Phoenix Suns (4-4) non sembrano poter ambire alla post-season, mentre nella baiai Golden State Warriors (3-4) ora dispongono della miglior front-line bianca della Storia (Bogut, Lee, Biedrins), si aspettano molto da Stephen Curry e sperano che Jefferson porti quell’esperienza che manca..potrebbero sorprendere.
Chiudiamo la nostra disamina con i Sacramento Kings (2-6) che continuano ad accumulare giovani talenti: la squadra non è malvagia, ma il nodo è Tyreke Evans che, giunto al terzo anno nella Lega, quest’anno deve dimostrare di essere (e valere) un All-Star.
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