“This Lady is not for turning”

Pubblichiamo un estratto dall’introduzione dell’e-book “I grandi discorsi di Margaret Thatcher”, curato da Stefano Magni per Ibl Libri. Tutti i link per acquistarlo sul sito dell’Istituto Bruno Leoni

Margaret Thatcher si è spenta l’8 aprile 2013 all’età di 87 anni. Nel Regno Unito e in tutto il mondo, l’opinione pubblica si è divisa sulla sua eredità. Ha salvato l’Inghilterra dal declino o posto le basi della crisi finanziaria? Ha distrutto lo Stato sociale o aperto un’era di sviluppo economico? In questa raccolta di discorsi, interviste e dibattiti parlamentari è la stessa Margaret Thatcher, la Lady di Ferro, a spiegare, con parole sue, le idee e i valori che l’hanno accompagnata per tutta la vita. “Lasciate che vi esponga la mia visione – diceva alla Conferenza Conservatrice del 1975 – il diritto di un uomo di lavorare quanto desidera, di spendere ciò che guadagna, di avere delle proprietà, di avere uno Stato che è al suo servizio e non è il suo padrone: queste sono le cose che rappresentano l’eredità britannica. Sono l’essenza di un’economia libera.

E su quella libertà tutte le altre dipendono. Ma noi vogliamo un’economia libera, non solo perché garante delle nostre libertà, ma anche perché è il miglior sistema di creazione di ricchezza e prosperità per l’intero Paese. E’ solo da questa prosperità che attingiamo le risorse per erogare servizi migliori alla comunità, servizi migliori per i bisognosi”. Un pensiero che è ben riassunto da una celebre risposta che diede al suo intervistatore del giornale “Women’s Own” nel 1987: “Io penso che abbiamo attraversato un periodo in cui troppi bambini e troppi adulti facevano ragionamenti del tipo: ‘Ho un problema, ci deve pensare il governo a risolverlo!’ oppure ‘Ho un problema e ho il diritto di farmelo risolvere dal governo’, o ‘Sono senza casa, il governo me ne deve dare una!’.

E così affibbiavano i loro problemi alla società. E chi è la società? Non c’è niente del genere. Ci sono individui, uomini e donne, ci sono famiglie e nessun governo può fare nulla se non attraverso le persone e le persone, prima di tutto, pensano a loro stesse. E’ un nostro dovere badare a noi stessi e quindi anche aiutare i nostri vicini a badare a se stessi. La gente ha avuto troppo in mente i propri diritti acquisiti, senza pensare ai propri doveri, ma non esistono diritti acquisiti senza aver prima assolto i propri doveri”. I suoi argomenti hanno ben poco di “conservatore”, per come comunemente s’intende il conservatorismo; emanano, piuttosto, una grande energia libertaria. E una grande determinazione, come dimostra il suo celebre discorso ai suoi colleghi conservatori nel 1980, dopo il primo, difficilissimo anno di governo: “A quelli che aspettano ansiosamente il famoso slogan dei mass media, la ‘svolta a U’, ho solo una cosa da dire: ‘svoltate pure, se volete. La signora non torna indietro’. Lo dico non solo a voi, ma ai nostri amici d’oltremare e anche a quelli che non sono nostri amici”.

I suoi discorsi riflettono il pensiero di grandi economisti liberali, soprattutto l’austriaco Friedrich August von Hayek, premio Nobel per l’Economia nel 1974, suo ispiratore e ammiratore. La Thatcher lo citò esplicitamente mentre spiegava, a un pubblico indiano (alla conferenza per la commemorazione della morte di Rajiv Ghandi) l’universalità del governo della legge: “Cosa intende per governo della legge? mi chiedevano mentre parlavo a Mosca o a San Pietroburgo, perché loro non ne avevano alcuno. Né, se è per questo, vi è alcun governo della legge in Cina. ‘Non i dettami del Partito Comunista’ rispondevo, ma leggi basate sulla consuetudine, o scritte da parlamenti liberamente eletti e amministrate da una magistratura indipendente. E il tutto è basato sui principi della correttezza, dell’equità e dell’accomodamento delle divergenze.

Di più, come disse il grande filosofo Hayek: ‘Le leggi devono essere applicate a tutti in modo eguale. E ciò include anche il governo, le cui azioni devono essere soggette alle stesse leggi ed essere viste come tali’. Mi spiace di aver lasciato i miei spettatori russi così confusi. Un governo della legge è la cosa che a loro manca più di tutte. Così, perché le libere imprese diano frutto, le leggi devono essere chiare, comprensibili e giuste. Le regole non devono essere più pesanti dello stretto necessario, sia per proteggere un bene genuinamente comune, quale l’ambiente, sia per rassicurare i consumatori, gli investitori, i lavoratori e gli altri, che certi standard saranno rispettati. La tassazione deve essere imposta solo per soddisfare alcuni bisogni che i privati cittadini, individualmente o collettivamente, non possono soddisfare altrimenti”.  

Ma più che alcune evidenti influenze intellettuali, quali, appunto, Hayek e anche il filosofo austriaco Karl Popper, o l’economista statunitense Milton Friedman, a far da carburante nell’azione della Thatcher fu soprattutto il suo personale background da “ragazza di bottega” di Grantham. Quel senso pratico che le faceva dire che “il socialismo funziona finché non finiscono i soldi degli altri”. 

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