Cucine d’inferno

article-2514395-14FB74D0000005DC-51_634x423Di Nigella Lawson avevamo già parlato non appena lo scorso giugno apparvero le foto che la ritraevano presa per il collo dal marito, il collezionista d’arte Charles Saatchi. La saga familiare che ha per protagonista la regina dei fornelli britannica ora è approdata alla fase più dura e cruda, quella giudiziaria. In aula tra un’udienza e l’altra stanno venendo a galla presunti aspetti della vita privata di Nigella: la più clamorosa è che la conduttrice/autrice sarebbe una consumatrice abituale di cocaina e per questo verrà ascoltata dalle autorità. Ma a tutto questo si è giunti per altre vie: per il processo che vede coinvolte due ex assistenti della compagnia che la coppia Saatchi-Lawson ha messo in piedi negli anni: su di loro pende l’accusa di frode e si è scoperto che hanno speso 685.000 sterline attraverso la carta di credito della società per fare shopping tra i negozi più costosi (Miu Miu, Chanel, Louis Vuitton tra gli altri) e in abbonamenti per riviste di moda. La dipendenza dalla cocaina della Lawson sarebbe all’origine della carta bianca concessa alle assistenti per approfittare delle cospicue disponibilità finanziarie. Le inquisite sono due sorelle italiane: Francesca ed Elisabetta Grillo, 41 anni la prima, 35 la seconda. Secondo gli inquirenti, la media di uscite nell’arco di quattro anni si aggirava sulle 50.000 sterline al mese. Una indigestione.

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