Di October Surprises, sin qui, ne avevamo viste diverse. Piccoli o grandi, abbiamo sempre attribuito a questi eventi la capacità di influenzare gli ultimi scampoli di campagna elettorale. Molto spesso ben oltre la loro reale portata. Non avremmo mai immaginato, però, di poterci trovare di fronte ad un fatto di impatto così forte da poter togliere uno dei due contendenti dal campo di gioco. La positività di Donald Trump al Coronavirus rende ancor più imprevedibile una corsa che ha proprio in The Donald l’elemento di imprevedibilità per antonomasia. A leggere i sondaggi non ci dovrebbe essere partita: Biden è avanti, stabilmente, da gennaio...
L’impresa impossibile di Trump. 4/ Arizona
“Io e Joe non siamo sempre d’accordo su tutto e so che lui e John hanno avuto certamente alcune discussioni appassionate, ma è un uomo buono e onesto. Ci guiderà con dignità. Sarà un comandante in capo da cui dipenderanno le migliori forze armate nella storia del mondo…lui sa che vuol dire mandare un figlio a combattere”. Parole e musica di Cindy McCain, vedova del candidato presidente repubblicano nel 2008, ed ex senatore, John McCain. “Sto guardando cosa sta succedendo e sono profondamente preoccupata. Voglio sentire che il mio presidente si prenda cura di me e si preoccupi per questo Paese. E Joe Biden lo farà. Conosco...
Niente di nuovo sul fronte occidentale
“In a week, the only thing the general public will remember about the debate is that Trump dominated Biden in a bullshit contest”. Il commento più sensato al primo dibattito tv tra Trump e Biden è probabilmente quello affidato a un tweet da Scott Adams, il geniale creatore di Dilbert che – nel 2016 – fu uno dei primi a comprendere il potenziale elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Gli instant poll e i sondaggi dei mainstream media, naturalmente, hanno decretato Biden come l’indiscusso vincitore della sfida. Ne dubitavate? E il “consenso generale” è che il tono del dibattito sia stato una “disgrazia nazionale”. La pensa così...
L’ora più buia
Non avevo francamente mai visto una cosa del genere. Un presidente in carica che si comporta come il peggior bullo di periferia e un avversario che non è in grado di andare oltre qualche timido balbettìo, sia in risposta al bulletto di cui sopra che relativamente al suo rapporto con la violenza di sinistra. Del rapporto del bulletto con la violenza di destra, per carità di patria, non parliamo nemmeno. Un dibattito sconvolgente, il punto nettamente più basso della politica americana. Non è facile identificare il momento esatto in cui tutto questo è iniziato, ma è – e dovrà esserlo ancora di più dal 4 novembre – facile e giusto ricordarsi...
L’impresa impossibile di Trump. 3/ Michigan
“The fact that Trump has narrowed the lead by 50 percent since june should have everybody screaming bloody murder. We don’t have a minute to lose on this”. Michael Moore, il noto documentarista ultra liberal, con queste dichiarazioni fa suonare un campanello d’allarme in vista delle elezioni presidenziali nel “suo” Michigan. Sottolinea come, nei sondaggi, ci sia stato un recupero impressionante di Trump nei confronti di Biden (al momento la media dei sondaggi dice +6,5% Biden), tanto da aver dimezzato il distacco. Ovviamente, dal suo punto di vista, la situazione è molto preoccupante, anche perché nel 2016 è stato uno dei...
L’impresa impossibile di Trump. 2/ Pennsylva...
Quando si parla di Pennsylvania, non si può sfuggire dalla fulminea descrizione data a questo Stato nel 1986 dallo spin doctor James Carville, durante la campagna elettorale del candidato democratico alla carica di Governatore Robert Casey Sr. : “Between Paoli and Penn Hills, Pennsylvania is Alabama without the blacks. They didn’t film The Deer Hunter there for nothing; the state has the second-highest concentration of NRA members, behind Texas”. (Tra Paoli e Penn Hills, la Pennsylvania è l’Alabama senza i neri. Non hanno girato il “Cacciatore” lì senza motivo; è il secondo Stato dopo il Texas per concentrazione di affiliati...
Usa 2020. Previsione n. 1
Me l’avete chiesto in molti, negli ultimi giorni. E forse è davvero arrivato il momento di esporsi al pubblico ludìbrio. A 52 giorni dalle elezioni, ecco la mia (prima) previsione sull’esito delle elezioni presidenziali Usa. Non si tratta, per ora, di una mappa definitiva. Gli stati in bilico (toss-up) sono ancora una decina. Ma nei prossimi giorni molti di questi stati passeranno definitivamente da un lato o l’altro della barricata. Almeno 3 o 4, infatti, sono toss-up molto forzati, perché uno dei due candidati è decisamente favorito. Ma rimandiamo gli spostamenti alla prossima settimana. E tenete conto che, anche se qualche volta ci ho...
Meno 52. Gli ultimi sondaggi
Ieri era l’11 settembre, giornata in cui ci si ferma sempre e comunque a ricordare il giorno che sconvolse l’Occidente. Sono usciti un po’ di sondaggi con risultati che dimostrano un generale consolidamento della campagna di Biden in alcuni stati (Wisconsin e Michigan) che potrebbero essere decisivi per la vittoria finale. Larry Sabato (Crystal Ball) ha aggiornato la sua mappa (Biden 269, Trump 204, Toss-Up 65) con un unico piccolo cambiamento rispetto alla precedente: il collegio Nebraska-2 passa da Toss-Up a Leaning Dem. Cook Political Report, invece, sposta verso destra Nevada (da Likely Dem a Lean Dem) e Florida (da...
Swing, baby, swing
Chi conosce un po’ di storia delle elezioni americane sa che non c’è niente di più rischioso di farsi ossessionare dai sondaggi nazionali sul gradimento dei due candidati. Dal 2000 ad oggi i repubblicani hanno vinto il voto popolare una volta soltanto (Bush 2004), pur vincendo la corsa per la presidenza ben tre volte (Bush 2000, Bush 2004, Trump 2016). Questo perché il sistema americano assegna il voto dei grandi elettori (decisivi per l’elezione del presidente) a livello statale con la formula (quasi sempre, fanno eccezione Maine e Nebraska) del “winner takes it all”. Nel 2016, Trump ha vinto la Pennsylvania con un vantaggio di 68.236...
L’impresa impossibile di Trump. 1/Minnesota
Premessa. Le Elezioni Presidenziali Statunitensi 2020 hanno rischiato seriamente di non svolgersi regolarmente, non a causa della pandemia dovuta al Covid 19, ma perché ancora non si era aperto ufficialmente il dibattito su The Right Nation! Dopo aver letto le ragioni di Simone Bressan sul perché votare (idealmente) “No” alla rielezione Donald J. Trump e del perché, invece, votare “Sì” (sempre idealmente) secondo Andrea Mancia, cercherò di esaminare le reali possibilità di vittoria da parte del Presidente in carica. Facciamo un piccolo passo indietro, alla notte tra l’8 e il 9 novembre 2016, dove il corso della storia moderna della...
Losers & Suckers: la versione di Bolton
La presa di posizione più attesa. Perché John Bolton era fisicamente con il Presidente in quelle ore e perché oggi è uno dei critici più spietati dell’inquilino della Casa Bianca. E benché ammetta che “il Presidente denigra quasi tutti quelli con cui entra in contatto e il cui cognome non sia Trump”, Bolton definisce “semplicemente false” le accuse mosse a Trump dall’articolo di The Atlantic. Il ricordo di Bolton rispetto alla scelta di cancellare la visita programmata all’Aisne-Marne American Cemetery è molto nitido: si è trattato di una decisione assunta per le precarie condizioni meteo (dettaglio, questo, confermato da più fonti che non...
Trump 2020: perché sì
Premessa: a differenza di Simone, io non sono affatto convinto che Donald Trump sia il favorito alle Presidenziali Usa di novembre. Sono un po’ meno pessimista di qualche mese fa, ma in linea di massima gli concedo una possibilità di vittoria su tre: qualche punto percentuale in più rispetto al modello elaborato da Nate Silver per FiveThirtyEight. Vista la mia (disastrosa, anche se non solitaria) performance predittiva del 2016, questo può essere interpretato come un buon segno dai trumpiani di tutto il pianeta. Io, però, trumpiano non lo sono mai stato. Troppi dubbi sul suo passato politico, troppe incertezze sulle sue posizioni sul libero...
Trump 2020: perché no
Premessa: penso che allo stato attuale delle cose, Donald Trump abbia molte più possibilità di vincere le elezioni presidenziali di quante ne avesse allo stesso punto della campagna elettorale del 2016. Il fatto, per me, è di per sé eccezionale e dimostra una volta ancora quanto certe campagne condotte con pervicacia da alcune élite autoreferenziali spingano i popoli ad atti di ribellione senza precedenti. Vorrei, però, rompere il mio quadriennale silenzio sulle cose americane (quando non si capisce un fenomeno, come è capitato a me con Trump, ci si ferma e si torna a studiare) per dire che oggi sono ancora più convinto di allora che Trump...
The Road to Milwauke...
Grazie allo sforzo massiccio e coordinato dell’intero establishment democratico (oltre che alla ridicola inadeguatezza di Michael Bloomberg), Joe Biden esce dal coma giusto in tempo per il SuperTuesday. E scavalca Bernie Sanders nella corsa alla nomination, vincendo non solo negli stati...
Popper e il paradoss...
In Italia non si è mai sentito citare il “paradosso della tolleranza” di Karl R. Popper tanto spesso come negli ultimi mesi. Prima da chi invocava i caschi blu delle Nazioni Unite contro il ritorno imminente del regime fascista in Italia. Poi da chi ha difeso la decisione, da parte di...