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L’Italia che sogniamo
Un’Italia diversa, moderata, unita. Un’Italia capace di raccogliere la sfida della transizione senza isterismi, un’Italia capace di coniugare la dialettica politica e l’interesse generale, un’Italia capace di essere protagonista del suo futuro, un’Italia forte e coesa che sa di essere in difficoltà ma che sa anche di potercela fare. E’ l’Italia tratteggiata oggi nel coraggioso editoriale di Ferdinando Adornato per il primo numero di Liberal Quotidiano. “C’è ancora l’Italia?” si chiede in apertura la nuova creatura della Fondazione Liberal. Sembrerebbe di si, ma è un’Italia che non vogliono raccontarci, che non vogliono farci intravedere. Quello che sognano Adornato e Foa, e noi con loro, è un paese capace di prendere coscienza del fatto che ci sono alcune cose da fare, indipendentemente da chi le propone, per il bene comune di quella che ci ostiniamo a chiamare Nazione. E allora serve davvero un nuovo patto costituente. Se la Carta del 1948 è stata il documento fondante della nostra Patria, adesso serve uno sforzo ulteriore. Questa nazione così giovane e già così vecchia ha bisogno di consacrarsi all’altare dei protagonisti del nostro tempo:per farlo serve una classe dirigente nuova, in grado di capire che il Muro di Berlino è crollato, che le ideologie sono mutate e che c’è bisogno di idee nuove. Prima fra tutte un’idea diversa di Centrodestra. Una coalizione che dovrà essere capace non solo di vincere le elezioni sfruttando la logica dell’alternanza (tanto chi governa perde sempre) ma anche di vincere la sfida del Governo. Promettere ossessivamente non basta più, occorre realizzare riforme strutturali. Riforme che richiedono sacrifici e grande capacità di sintesi politica e che, proprio per questo, non possono essere fatte da uomini soli al comando contro tutti. Questo Centrodestra, come questo Paese, non ha più bisogno di Leader.Ha bisogno di Leadership,che è cosa ben diversa. Serve uno sforzo comune perchè i guizzi di un grande campione come Berlusconi si inverino in una classe dirigente capace di guidare il processo di cambiamento e di guardare con orgoglio al futuro.