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Le risposte un’altra volta
Al di là della capacità di parlare al suo popolo, cosa comunque nota, Berlusconi oggi ha fatto un discorso che di politico in senso stretto aveva molto poco. Sembra quasi, a voler essere maligni, che Berlusconi e Fini si siano sapientemente divisi i compiti: l’agitatore di popolo lo fa il Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera la mission dei grandi ragionamenti politici e strategici. Non male, il tandem potrebbe anche funzionare. Ma staremo a vedere. Il discorso di Fini ha posto più di qualche dubbio alla base del neonato Popolo della Libertà: testamento biologico, immigrati, referendum sulla legge elettorale. Il gran finale berlusconiano è stato,invece, evasivo: ha parlato alla pancia dei delegati presenti in sala ma ha eluso gran parte dei quesiti introdotti da Fini. Così come non ha dato risposte, almeno a giudizio di chi scrive, sulla strategia del nuovo centrodestra italiano. Belli, bellissimi, gli slogan di Silvio I, ma certamente sono più forma che sostanza e sembrano di nuovo ad una gigantesca discesa in campo piuttosto che al pensiero di un leader che ha in mente un’eredita da lasciare e un percorso da tracciare per il futuro. “Le risposte gliele dà un’altra volta” ha sibilato caustico Roberto Menia riferendosi all’evasività di Berlusconi nei confronti dei temi posti sul tavolo dall’ex leader di Alleanza Nazionale. Menia certamente esagera nel suo cronico pessimismo verso il nuovo partito ma vista da dentro abbiamo avuto come l’impressione che l’ortodossia aennina poco si sposi con la spettacolarità berlusconiana. Almeno per ora. Il secondo step dev’essere quello di riempire di contenuti uno splendido contenitore. Bisogna capire se Berlusconi ne ha voglia.