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Ritorniamo alle cose serie

Dopo trans, escort, intrighi, video, documenti rivelati e altre italiche amenità ritorniamo a parlare di cose serie. Non è una settimana come le altre, questa. Si vota in Virginia, si vota nel distretto di NY 23 e si vota nel New Jersey. Si vota in America, insomma. Esattamente un anno fa, in queste ore, io e Andrea giravamo in lungo e in largo la Prince William County, nel nord della Virgina, uno dei toss up per antonomasia della sfida McCain-Obama. Come tutti sapete ha vinto Obama e la Virginia è diventato uno stato Blu democratico. Martedì la rivincita con Bob McDonnell candidato dei repubblicani che sfida il democratico Deeds. Tifiamo Bob, come si può facilmente intuire. E lo vediamo pure favorito. Poi c’è New York 23, un distretto dove si sono candidati il democratico Owens, il repubblicano Scozzafava e il conservatore Hoffman. La destra americana si è spaccata tra il candidato dell’establishment (Scozzafava) e quello della base repubblicana (Hoffman): alla fine ha vinto la gente e questa mattina Scozzafava si è ritirata. Non è una sfida da poco perchè oltre al seggio c’è in palio il futuro del Gop e la sua anima più profonda. Una prima vittoria, i conservatives come noi, l’hanno ottenuta costringendo Scozzafava e l’establishment del partito a fare un passo indietro. Potere della democrazia. Ah, tanto per essere chiari: quando anche nel centrodestra italiano potremmo ricusare candidati di sinistra mascherati da uomini di destra allora anche noi saremo molto contenti. Fino a che i deputati si scelgono al chiuso di una stanza in tre o quattro, questo PdL non sarà nient’altro che il fan club di Silvio Berlusconi. Niente di male ma, guardando oltreoceano e ricordandoci la splendida esperienza di qualche anno fa, noi ci siamo stufati.

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