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CJ

Esce dal gruppo, dice lei. E se ne va così, come se niente fosse. Prende e parte. Dice che ci lascia la sorella buona e la sorella corta ma lei no, proprio no, non vuole saperne di fermarsi ancora un po’ con noi. Bene,ok. Prendiamo atto. E che puoi fare? Obbligarla a scrivere per forza? No,non si può, non è carino. Almeno dirle ciao, però, questo sì. Perché con CJ c’è stata lunga frequentazione da queste parti (io sono stato il suo agente un tempo, altro che Lele Mora).  Ci si leggeva e ci si commentava spesso, poi il web ha accelerato e allora ci siamo solo letti. Ma sempre con lo stesso piacere. E molte volte mi è capitato di sceglierla per le aperture di Tocqueville, ed è stato davvero un piacere; averla in Tocqueville e aver avuto il privilegio di poterla aggregare. Dovessi descrivere CJ in due parole direi semplicemente: mai banale. Mai. E il suo libro è uno scritto rivoluzionario che andrebbe regalato a tutte le donne. E Simone se l’è comprato e letto. E glielo sta dicendo ora da queste pagine. E ci terrebbe anche a dirle che era un libro davvero figo, davvero avanti rispetto a tutto il resto. Perché in fondo noi, da Tocqueville in poi, ci siamo sempre sentiti un po’ più avanti. In bocca al lupo, CJ. Vincerai tutte le tue battaglie. As usual.

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