La linea rossa
Il presidente egiziano Morsi ha dichiarato che “Maometto è una linea rossa che nessuno deve oltrepassare” giustificando, in altre parole, le proteste che si stanno compiendo in questi giorni e soprattuto l’assassinio del console americano in Libia.
Di fronte a queste affermazioni ci chiediamo se esista una linea rossa dell’Occidente che non deve essere superata. A leggere le dichiarazioni di Hillary Clinton sembrerebbe di no visto che anche oggi, invece di condannare le motivazioni che si nascondono dietro le violenze di questi giorni, si pensa bene di puntare il dito contro il video amatoriale su Maometto definendolo “disgustoso e riprovevole”. Ma la libertà di espressione che fine ha fatto?
Di riprovevole qui c’è solo un Occidente orami completamente prono persino di fronte ai più efferati regimi dittatoriali come quello siriano. Incapace di elaborare una strategia coerente in difesa di quello che in teoria dovrebbe essere la pietra d’angolo di ogni paese libero enunciata nel lontano 1948 nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.
L’Occidente invece tace, come di fronte al massacro dei cattolici nigeriani, senza spendere né una parola di condanna che sia più forte di un sussurro, né tantomeno promuovendo un’azione concreta. Dimostrando di essere forte contro i deboli e debole contro i forti; infatti non provatevi a fare un film o una vignetta contro il profeta sposato con una bambina di nove anni, oltre che la vita potreste rischiare pure qualche sanzione.