La destra spericolata di Rand Paul
Lui si chiama Rand Paul, ha 50 anni ed è senatore del Kentucky. È figlio del più famoso Ron Paul, uno dei padri della destra libertaria americana, quella destra eretica che propone l’abolizione della Banca Centrale, delle imposte sui redditi, il ritorno al sistema aureo, il non interventismo in politica estera e, soprattutto, la difesa dei diritti civili contro ogni ingerenza dello Stato nella sfera delle libertà personali e individuali.
Rand Paul è considerato uno degli astri nascenti della politica degli States, almeno dalla parte del Gop (il Great Old Party), il partito repubblicano. Recentemente Jennifer Rubin un’importante opinionista politica del Washignton Post, lo ha dipinto come uno dei possibili candidati alle prossime presidenziali del 2016, definendolo “formidable”. Qualche giorno fa, Rand Paul ha deciso di tener fede a questo appellativo intervenendo per 13 ore ininterrottamente in uno dei discorsi politici più lunghi della storia americana; cercando così di bloccare la riconferma a capo della Cia di John Brennan, già braccio destro di George Tenet ai tempi di Bush, e considerato l’uomo più potente dell’amministrazione Usa degli ultimi 20 anni; è lui, secondo molti, l’ideatore del famigerato “Disposition Matrix”, il data-mining voluto dall’amministrazione Obama che raccoglie e monitora continuamente informazioni su migliaia di persone in tutto il mondo sospettate di terrorismo e spesso da eliminare attraverso uccisioni mirate effettuate dai droni.
E qui nasce il problema poiché questi obiettivi hanno riguardato anche cittadini americani, come nel caso di Anwar al-Aulaqi, “il Bin Laden di internet”, l’imam con passaporto americano ucciso in Yemen con il figlio sedicenne (anche lui cittadino americano nato a Denver) da un missile lanciato da un drone per ordine diretto di Obama. Per una parte dell’opinione pubblica, questa esecuzione avrebbe violato il Quinto e il Sesto emendamento della Costituzione che impongono il diritto ad un giusto processo per ogni ipotesi di reato.
Rand Paul ha così sollevato il tema della violazione costituzionale ponendo inoltre il problema se gli omicidi mirati possano essere fatti anche in territorio americano. Il dibattito è ampio e riguarda anche l’uso spionistico dei droni sui cittadini statunitensi ed il rischio di trasformazione della Cia in una sorta di forza paramilitare dotata di poteri extragiudiziali alle dirette dipendenze del Presidente. L’iniziativa di Rand Paul ha aperto uno scontro tutto interno al Partito Repubblicano attraversato da una profonda crisi di consenso e identità. Ridimensionata la destra religiosa, dopo la sconfitta di Romney alle presidenziali, la partita per il futuro leader repubblicano si gioca tutta tra la vecchia leadership neocon guidata da John McCain e Lindsey Graham e le giovani leve libertarie più inclini ai temi economici e antistatalisti e sostenute da think tank importanti come l’Heritage Foundation o movimenti sociali come il Tea Party.
Non è un caso che sia stato proprio il vecchio McCain a definire “teatrale e ridicolo” l’ostruzionismo di Rand ironizzando sul fatto che la sua idea di sicurezza nazionale “è adatta ai fanciulli libertari che vivono nei dormitori universitari”. Le sue affermazioni hanno scatenato l’ira dei sostenitori di Paul, tanto che l’influente associazione conservatrice FreedomWorks ha invitato i suoi 4 milioni di iscritti a chiedere che McCain faccia pubbliche scuse a Paul. Una delle accuse più diffuse da parte di opinionisti e intellettuali di destra verso l’attuale classe dirigente repubblicana è quella di essere troppo accondiscendente con l’amministrazione Obama anche su questioni di bilancio e immigrazione; e non pochi, nel partito repubblicano, fanno notare che la maratona politica di Rand ha prodotto un tale entusiasmo tra gli elettori da raccogliere, in un giorno, 75.000 dollari di donazioni.
Insomma, sembra che anche negli Stati Uniti, si senta il bisogno di una destra più spericolata e più sensibile ai temi della libertà economica, dei diritti e più liberale e antistatalista in economia. I toni a volte sono duri, anche troppo; soprattutto quando la polemica si sposta sulla rete. Su twitter Catotheyounger, un vivace polemista libertario, lo ha scritto chiaro e tondo: “I neocon sono un veleno per il Gop e devono essere eliminati”. Con o senza droni.