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4. Difendere la Nato
Estratto dal discorso tenuto da Margaret Thatcher il 7 luglio 1990 davanti al North Atlantic Council.
Signor Segretario Generale, questo incontro si svolge poco dopo le visite del presidente Gorbaciov in Canada e negli Stati Uniti, dove si è svolto un importante summit fra lui e il presidente Bush. Poco prima di allora il presidente Mitterrand aveva visitato l’urss e io sto per andarci. Una tale serie di incontri ad alto livello fra leader occidentali e sovietici sarebbe apparso straordinario solo un paio di anni fa. Oggi, invece, non appare insolito – è un segno di quanti progressi abbiamo compiuto e di quanto dobbiamo essere grati alla nato. Credo che uno dei suoi grandi architetti, il presidente Truman, abbia dato la più semplice spiegazione della nato: «Speriamo che impedirà la terza guerra mondiale», disse. E così è stato. Ma ha fatto molto di più. La nato è stata senza dubbio l’alleanza di maggior successo di tutti i tempi. Ha impedito le guerre senza mai combatterne una. Ha fermato l’avanzata del comunismo. Ha dimostrato una unità e una fermezza senza precedenti fra i suoi membri, raggiungendo il culmine con la decisione di schierare missili Cruise e Pershing 2 nel 1979, nonostante le intimidazioni sovietiche. Ha tenuto viva la speranza della libertà nei cuori di milioni di persone oltre la Cortina di ferro e alla fine ha convinto i leader sovietici che la guerra fredda, da loro scatenata, aveva arrecato molto più danno ai loro paesi e alla loro causa – economicamente, politicamente e moralmente – che alle nazioni democratiche.
[…] Nell’anno del centesimo anniversario dalla nascita del presidente Eisenhower, rendiamo omaggio alla lealtà e alla generosità di Stati Uniti e Canada che in tutti questi anni hanno tenuto le loro truppe in Europa. Noi europei siamo stati fortunati ad avere alleati così. Ma naturalmente il successo crea nuovi problemi. Finora abbiamo soprattutto dovuto difendere il nostro stile di vita da un nemico aggressivo con un’ideologia espansionistica. Si trattava di questioni nette. Sapevamo qual era la nostra posizione e cosa difendevamo. Ora il panorama che eravamo abituati a vedere guardando ad est sta cambiando radicalmente. Il comunismo è crollato e ha perso completamente credibilità anche fra chi fa ancora finta di crederci. I paesi dell’Europa orientale si rivolgono all’Occidente. Noi non li consideriamo più potenziali nemici o parte di una grossa minaccia al nostro modo di vivere. Sono amici che hanno bisogno di aiuto, che vogliono riprendere il posto che spetta loro in Europa. Le truppe sovietiche si stanno ritirando da quasi tutta l’Europa orientale. Politicamente la nato non ha più una linea del fronte definita. Sul piano militare il Defence Planning Committee ha concluso in un recente comunicato: «L’implementazione di un Trattato sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa (cfe) eliminerà virtualmente qualsiasi possibilità di attacchi a sorpresa alla nato». Non un attacco, notate bene, ma un attacco a sorpresa. Per farla breve, la situazione è molto diversa da un anno fa. Questo non rende la nato meno necessaria. Di fronte alle turbolenze e all’incertezza che vediamo nell’Unione Sovietica e in alcune parti dell’Europa orientale, sarebbe folle credere che il disarmo non possa mai diventare riarmo, che i vomeri non possano essere rimodellati in spade o peggio.
L’Unione Sovietica ha ancora un formidabile potenziale militare e continuerà ad essere così nel futuro prossimo. E, dall’esterno dell’Europa, potrebbero arrivare nuove minacce alla nostra sicurezza. Dobbiamo conservare la nostra capacità di difenderci e di agire da deterrente. Non si annulla l’assicurazione sulla casa solo perché negli ultimi dodici mesi ci sono stati meno furti nella propria strada. A chiunque chieda: «La nato ha un futuro?», rispondiamo con un sonoro: «Sì». Ma questo non esclude le possibilità di affrontare una situazione nuova, al contrario. Lo scopo del vostro incontro e del summit della nato che si terrà a Londra il mese prossimo, è quello di trovare il giusto equilibrio tra conservare gli elementi essenziali della nato come è oggi e adattarla alle nuove circostanze. Dobbiamo riflettere su come ampliare il ruolo della nato dalla prevenzione della guerra alla costruzione della pace; dobbiamo individuare le minacce che affronteremo in futuro e le forze e le strategie per vincerle; e dobbiamo trovare un modo per inserire la Nato fra le varie altre organizzazioni che gestiranno il futuro dell’Europa.
[…] Prima di tutto, dobbiamo conservare un sistema di difesa sicuro. Il passato, in particolare l’esperienza della Lega delle Nazioni, ha dimostrato che gli impegni e le promesse politiche da soli non possono garantire la sicurezza. I nostri predecessori del 1919 erano degli idealisti e ci hanno portato nel mondo dei sogni. In questo nuovo momento di svolta della storia europea – persino più foriero di promesse del 1919 e del 1945 – non dobbiamo commettere lo stesso errore. Sono gli eserciti e le armi che garantiscono la sicurezza, non le belle parole.
In secondo luogo, dobbiamo continuare a gestire la difesa e la sicurezza collettivamente. In Europa la stabilità dipende dalla coesione dei paesi occidentali. Lasciare che la struttura integrata della nato si sgretoli perché la minaccia militare non sembra più così acuta, sarebbe come fare un passo indietro ai vecchi e brutti tempi della politica di potenza europea, perseguita con la forza. Sarebbe importante per questo approccio collettivo che una Germania unita diventasse membro a pieno titolo della nato e della sua struttura militare integrata. Lo vogliono i cittadini di entrambe le parti della Germania, lo vogliono i membri della nato e la maggior parte dei paesi dell’Europa centrale e orientale. […] In terzo luogo, gli Stati Uniti devono mantenere la loro presenza in Europa – con armi convenzionali e militari. Il fatto che il presidente Bush si impegni a perpetuare il ruolo dell’America ci è davvero molto gradito. La presenza di truppe statunitensi in Europa è essenziale per bilanciare la forza sovietica, anche dopo gli ultimi cambiamenti, ma oltre a questo, la comunità atlantica, l’avvicinamento fra Stati Uniti e Europa, è l’essenza della Nato. Se il prezzo della ricostruzione dell’Europa fosse la disintegrazione della comunità atlantica, io per prima avrei paura per il futuro. In quarto luogo, per la nostra difesa continueranno ad essere necessarie armi nucleari in Europa. Senza armi nucleari adeguate, moderne e stanziate in Europa, la nostra difesa sarebbe molto meno sicura. La lezione degli ultimi quarant’anni è che il deterrente nucleare in Europa funziona. Rimane la migliore garanzia di difesa e sicurezza e questo vale soprattutto per chi sarebbe sulla linea del fronte se scoppiasse una nuova guerra convenzionale.
[…] Bisogna riaffermare con forza questi principi – difesa sicura e difesa collettiva, la connessione transatlantica e il deterrente nucleare credibile – nel summit. Rappresentano le colonne portanti della nato, importanti per il futuro come lo sono state per il passato, ma vi sono altre aree in cui possiamo e dobbiamo adattare la nato alle nuove situazioni che deve affrontare e ho identificato tre elementi militari e due politici. I tre elementi militari sono:
Primo, bisogna aggiornare la strategia militare della Nato in modo che possa affrontare la nuova situazione creata dal ritiro delle truppe sovietiche e dalla prospettiva di un Accordo cfe. Ci sono molte domande che attendono risposta. In questa situazione ha ancora senso la difesa attiva nell’Europa centrale? O dovremo pensare in termini diversi affidandoci di più alla mobilità, alla flessibilità e alle riserve? Un tale cambiamento avrebbe un impatto sulla quantità di truppe che un paese come la Gran Bretagna stanzia in Europa.
Il secondo punto militare: la nato dovrebbe darsi pensiero di possibili minacce alla nostra sicurezza provenienti da altre direzioni? Niente garantisce che le minacce alla nostra sicurezza si fermeranno davanti a qualche linea immaginaria che attraversa l’Atlantico. Non molto tempo fa alcuni di noi sono dovuti andare nel Golfo Arabo per garantirsi le forniture di petrolio. Nel secolo a venire ricominceremo a dipendere pesantemente dal petrolio mediorientale. Con la diffusione di armi e tecnologie militari sofisticate in zone come il Medio Oriente, le minacce ai territori della nato potrebbero venire dall’esterno dell’Europa. Con questo scenario, sarebbe prudente se i paesi nato conservassero la capacità di svolgere molteplici ruoli con truppe più flessibili e versatili.
Il terzo punto militare: dobbiamo riconsiderare l’organizzazione e la struttura della nato. La razionalizzazione della produzione militare, con più spazio per la concorrenza, diventerà inevitabile. Dovremo esaminare la possibilità di rendere le forze della nato più multinazionali. Mentre riduciamo le nostre truppe, la nato deve rimanere all’avanguardia della nuova tecnologia militare. Ritengo che l’Iniziativa di Difesa Strategica del presidente Reagan e la sua fermezza nel portarla avanti abbiano avuto un ruolo importante nel determinare il diverso approccio di Mosca alcuni anni fa.
[…] Abbiamo un grande debito con gli Stati Uniti per il loro enorme contributo nel mantenere la pace non solo in Europa e nell’Atlantico, ma anche nel Pacifico e in tutto il mondo. Dobbiamo fare il possibile, individualmente e collettivamente, per difenderli e sostenerli. E, in quest’ottica, dobbiamo dare maggior peso alla consultazione politica sui problemi generali nell’ambito della nato, come il forum che mette insieme Stati Uniti, Canada e Europa. In realtà mi piacerebbe che costruissimo relazioni anche in altri campi, per esempio il commercio e la finanza, come stiamo facendo fra la Comunità europea e gli Stati Uniti, in modo da rafforzare, con l’avvento del nuovo millennio, la rete di interessi comuni che legano le due parti dell’Atlantico. Il mondo cambia più velocemente della nostra mentalità. Dobbiamo avere più immaginazione e lavorare su tele più grandi. Ponendo maggior enfasi sul ruolo politico della nato e su attività come il controllo delle armi, sarà più facile per l’Unione Sovietica accettare che la nato continui ad esistere e che la Germania ne divenga membro. E, allo stesso tempo, ci aiuterà a mantenere il consenso e il sostegno per la nato all’interno dei nostri paesi.
[…] Signor Segretario Generale, abbandono questo incontro per recarmi a Mosca dal presidente Gorbaciov. Il messaggio che porterò è che la Nato è in ottima salute e continuerà ad esserlo, non come un’alleanza contro qualcuno – la Nato non ha mai attaccato e non attaccherà mai nessuno – ma come alleanza per la libertà, la giustizia e la democrazia, principi e valori oggi ancora più accettati in Europa. Spero che i vostri sforzi qui e quelli del nostro summit di luglio ci permettano di conservare il meglio del glorioso passato della nato, assicurando, al tempo stesso, che la nostra alleanza sarà altrettanto forte e influente nel nuovo mondo del futuro.
Traduzione di Barbara Mennitti, da “Ideazione”, aprile 2006