L’unico pericolo sono i media
Il massacro al cinema di Aurora, durante la proiezione di Batman, oppure la strage nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown. C’è vasta scelta. Il menu è sempre ricco. Ma le notizie di cronaca (lasciamo perdere per un attimo la politica) che ci giungono dagli Stati Uniti sono sempre e solo quelle. Un uomo bianco, armato di tutto punto, che all’improvviso spara contro donne, vecchi e bambini, senza un perché. E queste notizie sono sempre condite con predicozzi morali contro l’uso delle armi. Poi non ci stupiamo, anzi ci sentiamo più sicuri, quando un gioielliere viene indagato solo perché ha ferito uno dei rapinatori che cercavano di ammazzarlo di botte. “Meglio così – ci vien da dire – se lasciamo usare troppo le armi, finiamo come in America”.
Strano, però, che quando si va negli Stati Uniti, quelli reali, non quelli dipinti dai media nostrani, si viene colpiti dall’ordine e dalla calma di luoghi che ci attenderemmo violentissimi. A Boston come a New York, a Washington come nella “violentissima” Baltimora, troviamo una tranquillità paragonabile a quella che siamo soliti accostare alle città della Germania. Ci sono i quartieri dove è meglio non andare. Ma quale città del mondo non li ha? Parigi, con le sue Banlieues, ha qualcosa da insegnare? E le città statunitensi sono un’eccezione: nelle province l’unico pericolo è la noia. Chi ha viaggiato negli Usa nei primi anni ’90, può confermare che oggi sia tutta un’altra storia. Mentre prima, anche per entrare in certi quartieri di Manhattan avevi bisogno della scorta armata, oggi gironzoli tranquillamente ovunque e non ti accorgi nemmeno di essere nell'”inferno” di Brooklyn.
Secondo appunto visivo: il pericolo, quando lo avverti, arriva sempre o quasi da afro-americani dall’aria ostile, trasandati o visibilmente fuori di testa, che non si sa mai che intenzioni abbiano nei tuoi confronti. Non per dire che tutti gli afro-americani che incontriamo siano così, ma che tutti o quasi i loschi figuri che incontriamo sono afro-americani. Ma ci hanno insegnato sin dalla nascita che questo è un pregiudizio razziale e che dobbiamo reprimere questa paura. Il pericolo, come dimostrerebbero le varie stragi nelle scuole, arriva sempre e solo da maschi, bianchi, armati (e possibilmente razzisti e di destra).
Purtroppo per i nostri media, quel che possiamo vedere personalmente e provare istintivamente quando andiamo negli Stati Uniti è confermato, con grande precisione, da statistiche ufficiali e attendibili. L’Ufficio Statistico del Dipartimento di Giustizia rivela che il numero di omicidi compiuti con armi da fuoco si sia quasi dimezzato dal 1993 al 2011: il 39% in meno. Il Pew Research Center conferma: gli omicidi con armi da fuoco sono 3,6 ogni 100mila abitanti nel 2010, mentre erano 7 ogni 100mila nel 1993. Non è solo una nostra impressione di sprovveduti viaggiatori. Così come non è un pregiudizio razziale affermare che il pericolo maggiore arrivi dalla minoranza afro-americana: secondo Pew, il 55% dei delitti viene compiuto da loro, che pure rappresentano appena il 13% della popolazione. Adam Lanza (lo stragista di Sandy Hook) è evidentemente un’eccezione. Il maschio, bianco e folle non è la regola dell’omicidio e degli atti di violenza commessi con armi da fuoco.
Il problema, evidentemente, non è costituito dalle armi, perché dal 1993 ad oggi, il numero delle pistole e dei fucili posseduti dagli americani è quasi raddoppiato. Una maggior diffusione delle armi da fuoco, evidentemente, ha provocato una riduzione e non un aumento di delitti commessi con esse.
La statistica che sconcerta di più, però, è un’altra: il 56% degli americani ritiene di vivere in un mondo molto più violento rispetto a quello del 1993. Mentre solo il 12% pensa che ci siano meno crimini. Perché questo scollamento con la realtà? La risposta è facilmente intuibile: i media. Non solo in Italia, ma anche negli stessi Stati Uniti, i media si sono messi ad educare (più ancora che informare) i loro cittadini sul controllo delle armi, sposando in pieno l’agenda del presidente Barack Obama. Non affrontano minimamente la questione della minoranza afro-americana, né tentano di dare una spiegazione al problema, perché non sarebbe politicamente corretto. In compenso pompano notizie su bianchi, pazzi e armati. Puntualmente Barack Obama propone maggiori controlli sulla sanità mentale dei cittadini che intendono armarsi e più limiti sul possesso di armi e munizioni. I media che seguono la politica, raramente mantengono il contatto con la realtà.