Gli Iron Maiden suonano l’ultima carica in Crimea
Una minuscola penisola sul Mar Nero quanto può valere? “Qualche migliaia di morti per sedere al tavolo della pace”, risponderebbe il nostro Cavour. La storia ha avuto più volte la Crimea sotto i riflettori. Dalle lotte geopolitiche di metà ‘800 fino alla conferenza di Yalta, il vertice in cui le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale si preparavano a spartirsi l’Europa. Stalin, Roosevelt, Churchill tutti seduti allo stesso tavolo tra diffidenze e sospetti che, una sessantina di anni dopo, possiamo definire fondati.
Gli ultimi sviluppi mostrano che la situazione in Ucraina è tesa. Nella notte arriva un avvertimento del ministero della Difesa di Kiev a possibili “sabotatori”. Annuncia di aver saputo che forze radicali stanno progettando di disarmare le unità militari regolari in Crimea nelle prime ore del mattino e avvertono che in questo caso le forze armate ucraine reagiranno sulla base delle norme e dei regolamenti vigenti, ossia risponderanno ad un eventuale attacco. La guerra è alle porte si direbbe. Le notizie dei parà russi che occupano i centri strategici di Simferopoli (capitale della Crimea) rimbalzano in Occidente.
Il presidente statunitense riunisce un’unità di crisi e dichiara al mondo: “Se Mosca invade, pagherà un prezzo”. Senza soffermarsi su quanto Putin abbia una reale intenzione di muovere guerra, quando ha già stretto nelle sue mani il destino di Kiev, ci chiediamo cosa ne pensano di tutta questa storia gli Iron Maiden. Che c’entrano? Aspettate. Intanto un po’ di cronaca. I russi di Crimea chiedono aiuto a Putin che non si fa attendere per dichiarare tutto il sostegno possibile. Gli Stati Uniti, intanto, si consultano con i partner europei sulla partecipazione al summit del G8 previsto per giugno a Sochi. Un funzionario della Casa Binca afferma: “È difficile immaginare come noi ed altri leader potremmo partecipare a G-8 a Sochi se la Russia interverrà in Ucraina”.
Nella serata di ieri Obama riconosce che la Russia ha relazioni storiche con la Crimea, cementate da legami culturali (gran parte della popolazione è di etnia russa, anche se esiste una minoranza tatara fortemente ostile a Mosca), e lì ha basi militari, tuttavia qualsiasi violazione della sovranità e dell’integrità territoriale sarebbe gravemente destabilizzante e questo non è nell’interesse dell’Ucraina, della Russia o dell’Europa. “Intervenire rappresenterebbe una profonda interferenza in materie che devono essere decise dal popolo ucraino e sarebbe anche una evidente violazione dell’impegno russo a rispettare le leggi internazionali e l’indipendenza, la sovranità e i confini dell’Ucraina”. Biden, il vicepresidente statunitense, si sente telefonicamente con il neopremier Arseiny Yatsenyuk riaffermando il forte appoggio al nuovo governo. C’è da sapere che l’Ucraina è un paese fallito, un po’ come la nostra Italia.
Gli ultimi dati pubblicati indicano che il debito estero totale, alla fine del 2013, ha raggiunto i 140 miliardi dollari, circa l’ 80% del suo Pil. Secondo le stime il debito a breve termine, che è più di quattro volte le riserve valutarie del Paese, si aggira intorno ai 15 miliardi di dollari. Di questi, solo alla compagnia russa Gazprom (azienda fornitrice di gas naturale) Kiev deve ben 1,55 miliardi di dollari. C’è da precisare che Gazprom vende energia all’Ucraina a un prezzo di favore, circa il 30% in meno del prezzo di mercato. Dunque, tra debiti e favori la dipendenza verso Mosca è netta, anche senza sangue.
Ma torniamo agli Iron Maiden. Che hanno in comune la storica band heavy metal britannica e la Crimea? Tutto risale all’epica battaglia di Balaklava. Occidente contro Russia, anno 1854. L’esercito inglese assedia Sebastopoli. Lo scontro è duro e per un misunderstanding un pugno di cavalieri inglesi viene inviato in una spedizione suicida, giù in una valle, contro il grosso delle truppe russe. Caricano in seicento (673 per essere precisi). Ne torneranno indietro un centinaio. The Trooper è il nono singolo del gruppo musicale inglese e racconta questo episodio eroico dell’esercito di sua maestà. Viene pubblicato il 20 giugno 1983 ed è il secondo estratto dal loro quarto album di studio Piece of Mind. È considerata una canzone simbolo della band. Per i fan dei videogames è stata inserita nella playlist di Guitar Hero II. The Charge of the Light Brigade, la poesia di Alfred Tennyson da cui è stato tratto il pezzo, racconta la storia di un soldato inglese mandato alla carica contro il muro dei soldati russi con la spada sguainata. Quei versi, suonati in modo fantastico dagli Iron Maiden, sono il grido di tutti gli uomini che combattono per una causa nobile quanto inutile. Ma che vale la pena provare. Come a dire: Europa se ci sei batti un colpo.