Quelle crisi isteriche dei radical chic
Non c’è niente da fare: proprio non ci arrivano. Ogni volta che gli elettori (non solo negli Stati Uniti) votano diversamente da come «dovrebbero» – cioè non scelgono la sinistra – partono immediate le lamentazioni di un’intellighènzia progressista tanto distante dalla realtà quanto piena di se stessa. Quando, poi, a vincere non è solo la destra, ma la destra americana, allora queste patetiche geremiadi raggiungono uno stridore insopportabile. Martedì notte, dopo la straordinaria – e inattesa, per le sue proporzioni – vittoria del Partito repubblicano alle elezioni di midterm, sui teleschermi italici si poteva assistere allo show di Federico Rampini, che spiegava (senza una punta di sarcasmo) come i democratici avessero perso perché non erano stati abbastanza «di sinistra» durante la campagna elettorale. Ieri, sul sito internet del Corriere della Sera , Maria Laura Rodotà – totalmente all’oscuro di ciò che la circonda – evocava scenari catastrofici dopo la riconferma a governatore della Florida di Rick Scott. Una vittoria che porterà il Sunshine State, secondo la corrispondente del Corrierone, a scomparire rapidamente sotto i colpi di un riscaldamento globale di cui «il governatore non ammette l’esistenza».
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