Stunning and Brave
La nostra fissazione con South Park risale ormai alla notte dei tempi [link], ma non c’è dubbio che – con la diciannovesima stagione della loro serie animata – Trey Parker e Matt Stone abbiano raggiunto un livello inarrivabile nella loro capacità di analizzare e dissezionare chirurgicamente le storture della società americana (e di conseguenza della società “globale” in cui tutti viviamo).
Abbandonando la formula tradizionale degli episodi “autoconclusivi” – di cui soltanto qualche sporadica “trilogia” (Coon & Friends, Black Friday, Imaginationland, ecc…) aveva rappresentato l’eccezione – Parker e Stone hanno deciso di affrontare questa stagione iniettando una buona dose di continuity nel loro lavoro. E questo ha restituito a South Park una solidità strutturale dei plot che le ultime stagioni (pur fantastiche) avevano un po’ perso per strada.
Il loro sforzo è ancora più apprezzabile se si pensa che l’elemento unificante dei primi sei episodi della stagione [link] – in onda su Comedy Central ma anche in streaming sul sito ufficiale di South Park [link] e su Hulu [link] – è rappresentato dall’impatto devastante della “religione del politically correct” sulla società. Da Bruce/Caitlyn Jenner (“stupenda e coraggiosa”) alla moda dei social justice warriors, da Whole Foods alle star della tv che ormai vivono all’interno dello loro social bubble: South Park, senza pietà, rimette le cose a posto senza mai scadere nel banale o nel ripetitivo.
Non vogliamo entrare troppo nei particolari, per non rovinare la sorpresa ai pochi avventurosi italiani che decideranno di affrontare questa nuova stagione di South Park (senza alcuna speranza di vederla approdare prossimamente in Italia). Ci basti segnalare che – come già è accaduto una decina d’anni fa [link] – anche stavolta i primi segnali di apprezzamento arrivano dalla rive droite della politica a stelle e strisce. Ieri, con un lungo articolo sull’edizione online della National Review [link], è stato Stephen L. Miller (già animatore di “The Wilderness” [link]) ad affrontare di petto l’argomento.
«I creatori di South Park – scrive Miller – stanno avendo successo [nel combattere i soloni del politicamente corretto, ndr] grazie al loro umorismo spietato (e occasionalmente una canzone orecchiabile), che è poi l’unico modo per sconfiggere queste persone: ridere di loro. Parker e Stone stanno costruendo le fondamenta, insegnando alla nostra cultura il metodo per superare tutte queste stupidaggini. Stanno smantellando la società dei social-justice warriors pezzo dopo pezzo, settimana dopo settimana. Mettiamoci in riga e facciamoci guidare da loro». Amen.