L’IMPRESA IMPOSSIBILE DI TRUMP. 8/ FLORIDA Nov02

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L’IMPRESA IMPOSSIBILE DI TRUMP. 8/ FLORIDA

Mentre gli Stati Uniti e il mondo intero attendono il verdetto della Corte Suprema sulla “riconta” delle schede elettorali senza voto, è arrivata la sentenza della Corte Suprema della Florida che ha respinto il ricorso dei democratici contro i voti per corrispondenza nelle Contee di Martin e di Seminole. I giudici hanno respinto il ricorso con sei voti a zero: ci sono state delle “irregolarità”, hanno detto i giudici, ma non una “frode” tale da invalidare i 25 mila voti nelle due Contee. Invalidare i voti per corrispondenza delle due Contee avrebbe significato rovesciare le posizioni tra George W. Bush e Al Gore. Il ricorso era stato presentato da alcuni esponenti democratici che avevano sostenuto che le schede erano state manomesse dai funzionari repubblicani. E nonostante non si sappia ancora quale sarà la sentenza della Corte Suprema federale, la camera bassa del parlamento della Florida, a maggioranza repubblicana, ha approvato oggi, con 79 voti a favore e 41 contro, la designazione dei 25 grandi elettori presidenziali impegnati a votare per George Bush. Domani i 25 grandi elettori saranno sottoposti all’approvazione del Senato della Florida”. Florida, dicembre 2000.  George W. Bush vince i 25 (ora 29) grandi elettori dello Stato e le elezioni presidenziali grazie a 537 voti di differenza. L’ultima fermata di questo viaggio “on the road” fra gli “swing state” partito 8 settimane fa, non poteva che essere che qui, nel Sunshine State.

La Florida, dal 2000, fa rima con “too close too call”. Infatti, in vent’anni, non si è delineata con certezza una tendenza elettorale netta e i sondaggi non si sono mai sbilanciati come in altri parti del Paese. Nel 2004 W. Bush vinse ancora, questa volta con un rispettabilissimo 52,1%; 47,1% per Kerry (380.000 voti in più). Nel 2008 Obama strappò lo Stato al GOP con il 50,9% contro il 48,1% di John McCain (240.000 voti lo spread). Dopo 4 anni Obama ha riconquistato a fatica la Florida con il 50% contro il 49,1% di Romney (70.000 voti la differenza), mentre nel 2016 Donald J. Trump ha vinto con il 49% contro il 47,8% della Clinton (poco più di 110.000 voti in più). In vent’anni e 5 tornate elettorali la sfida qui in Florida, è stata quasi sempre al cardiopalma.

La Florida è la punta sud-orientale degli Stati Uniti. Con una popolazione di 21.477.737 abitanti è il terzo Stato più popoloso, il ventiduesimo più esteso dei 50. È delimitata a ovest dal Golfo del Messico, a nord-ovest dall’Alabama, a nord dalla Georgia, a est dall’Oceano Atlantico e a sud dallo stretto della Florida. La capitale è Tallahassee (194.500, 51,6% bianchi, 34,8% afroamericani e 6,9% latinos), la sua città più popolosa è Jacksonville con 911.507 residenti (51,8% bianchi, 31% afroamericani, 9,6% latinoamericani). L’area metropolitana di Miami (Miami città 467.963 abitanti; 72,5% di latinoamericani…), con una popolazione di quasi 6,2 milioni di abitanti, è l’area urbana più popolosa della Florida e la settima più popolosa degli Stati Uniti. Altre aree urbane dello stato con una popolazione di oltre un milione sono Tampa Bay, Orlando (31,1% latinos, 25,4% afroamericani) e Jacksonville. L’economia della Florida è la quarta più grande di qualsiasi Stato degli Stati Uniti e se fosse una Nazione indipendente, la Florida sarebbe la sedicesima economia più grande del mondo.

La divisione politica del Sunshine State è anche geografica. Nel nord dello Stato si respira un profumo di profondo “South”. Qui le contee si colorano di un rosso intenso e si può definire zona GOP a tutti gli effetti. Nella parte opposta, nel sud-est nell’area metropolitana di Miami che comprende le contee di Miami-Dade, Broward e Palm Beach, troviamo le roccaforti democratiche. Miami-Dade county nel 2012: Obama 540.776 voti 61,6%; Romney, 332.602 voti, 37,9%. Nel 2016: la Clinton 624.146 preferenze, 63,2%; Donald J. Trump 333.999 voti, 33,8%. Nella contea di Broward risultati simili: Obama vinse nel 2012 con il 67,2% (507.430), la Clinton con il 66,1% (553.320). Romney perse con il 32,3% (243.732); Trump con il 31,2% (260.951). Anche a Palm Beach county nelle ultime due elezioni presidenziali i risultati sono stati molto simili: Obama 58,2%, 349.418 voti; Clinton 56,2%, 374.673 voti. Per il GOP: Romney nel 2012 247.257 preferenze, il 41,2%; nel 2016 Trump 272.402 voti, il 40,9%. “Se il sud della Florida votasse come Philadelphia, Kerry sarebbe stato eletto presidente degli Stati Uniti nel 2004. E Obama, nel 2008, avrebbe vinto lo stato con un distacco in doppia cifra. Ma la Florida non è Philadephia. Pur restando solidamente in mano al Partito democratico, infatti, Palm Beach e in misura minore Broward si comportano più come due sobborghi leaning blue che come grandi città della East Coast. Eppure il numero degli afro-americani è molto alto e il voto della comunità ebraica (ci sono più ebrei nel sud della Florida che in qualunque altra parte del pianeta, ad eccezione di Israele) premia storicamente i Democratici in un rapporto di 4 a 1. La buona performance di Al Gore in Florida nel 2000, per esempio,è stata senza dubbio aiutata dalla presenza nel ticket di Joe Lieberman. Il fattore che frena i Democratici dalla conquista di larghissime maggioranze elettorali nel sud dello stato è la numerosa comunità cubana formata dagli esuli della dittatura comunista di Castro, che in larga parte simpatizza per il Partito repubblicano”. Questa è la sintesi perfetta della parte meridionale dello Stato che abbiamo già letto qui su Right Nation qualche anno fa.

La vittoria di Trump del 2016 è passata quindi dalla “swing region” dello swing state. Nonostante gli ampi margini di Hillary Clinton nella contea di Miami-Dade e nella contea di Broward, Trump ha (stra)vinto in altre parti dello stato: dal Deep South Panhandle, alla zona centrale della Florida, al sud-ovest della penisola. La classe operaia e i pensionati bianchi del Midwest lo hanno spinto alla vittoria. Trump ha ottenuto enormi margini con gli elettori bianchi della Florida, che costituiscono il 64% delle liste elettorali dello Stato, tendenzialmente gli elettori più affidabili in termini di affluenza alle urne. Il tornout dei latini a Miami-Dade e Orange County non è stata sufficiente per Clinton. Ma l’affluenza è stata ancora più alta nelle zone repubblicane. Trump ha spazzato via i record a Tampa Bay, il confine occidentale del corridoio I-4 che aiuta a far oscillare le elezioni da una parte o dall’altra: “il Sacro Graal per qualsiasi candidato del Sunshine State. Le contee intorno alla Interstate 4, l’autostrada che collega Tampa Bay a Daytona Beach, infatti, pur se con una densità di popolazione inferiore a quelle meridionali, raccolgono insieme circa il 40% dell’elettorato”. Nelle contee che compongono questa zona, Trump ha accumulato un vantaggio di 193.000 voti sulla Clinton. Nell’area di Jacksonville, nel nord-est, ha ottenuto 165.000 voti in più. Ha ottenuto poi, 144.000 voti in più sulla costa occidentale, facendo passare così anche Pinellas county dal blu al rosso. 

Il Presidente Trump in un comizio a Tampa qualche giorno fa ha detto: “Questa elezione è una scelta tra il mio piano economico e quello della depressione economica di Biden. Un altro importante taglio fiscale per andare di pari passo con il più grande taglio fiscale nella storia del nostro paese. Noi possiamo aumentare i posti di lavoro. E il piano di Joe Biden è di fornire un blocco punitivo della Florida. Vi rinchiuderà. Mentre lo Stato adesso è tutto aperto. Avete un grande governatore., Ron De Sanctis.” Ancora, parlando del ticket democratico Biden-Harris, Trump ha aggiunto: “Vogliono aumervi le tasse. Noi? Abbiamo fatto bene, no? Cosa pensate? Se Sleepy Joe diventa il vostro presidente avrete una grande depressione. E sai che il nostro mercato azionario potrebbe avere un grande vento contrario. Il vento contrario è se vince lui, mentre noi stiamo andando alla grande. 33,1% il PIL. Il più grande nella storia del nostro paese di quasi il triplo di quanto pronosticato, giusto? Quasi il triplo. Ora è molto più grande di qualsiasi PIL che abbiamo mai avuto. Devi tornare agli anni ’50 e poi è meno della metà. Questo è il numero maggiore, il 33,1%. Se me lo avessi chiesto due settimane fa, avrei detto un aumento del 12%. Il 12% sarebbe stato molto bello. Nessuno ha mai sentito parlare del 33,1”.

Con queste parole The Donald ha voluto spostare l’attenzione sull’economia, perché è la tematica vincente della sua amministrazione. A livello di pandemia, invece, anche in Florida c’è un nervo scoperto che potrebbe essere decisivo. Soprattutto nelle fasce d’età più a rischio, gli anziani, che sono il suo elettorato di riferimento. Joe Biden ovviamente cerca di insistere proprio su questo punto: “So che è difficile. Negli ultimi mesi c’è stato così tanto dolore, così tanta sofferenza, così tante perdite”, ha detto il candidato alla presidenza democratica. “Milioni di persone là fuori sono senza lavoro, ai margini, non possono vedere la luce alla fine del tunnel e Donald Trump si è arreso. Non sta facendo niente. Stiamo imparando a morirne e Donald Trump ha sventolato bandiera bianca, abbandonato le nostre famiglie e si è arreso al virus ”, ha aggiunto. “Ma il popolo americano non si arrende, noi non ci arrendiamo e sicuramente non ci rannicchiamo, e nemmeno io lo farò in nessuna circostanza”.

Molto probabilmente anche in queste elezioni presidenziali la Florida sarà influenzata da poche sfumature che saranno poi fondamentali per il voto, colorando così di rosso o di blu la mappa. In queste elezioni particolari, al tempo della pandemia, in moltissimi hanno già votato e sicuramente si supererà l’affluenza del 2016. Inutile ripeterlo, ma così sarà “too close, to call”. Lo scopriremo tra poche ore…

Siamo giunti alla fine di questo bellissimo percorso e anche io vorrei espormi in una previsione finale. Molto probabilmente nelle patatine anche io ho visto la faccia di Elvis, ma se proprio dovessi azzardare un pronostico (contro ogni logica, qualora si guardassero esclusivamente i sondaggi…), ecco quale sarebbe la mia mappa:


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Appuntamento a questa notte per il liveblogging di Right Nation!

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