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Perché il GOP ha perso in Georgia

Karl Rove in un articolo del 6 gennaio sul Wall Street Journal, più che focalizzarsi sulle proteste di Washington, cerca di capire qual è stato l’effetto Trump sulle elezioni in Georgia. Per prima cosa analizza l’andamento delle contee più popolose dello stato sottolineando come Ossof sia riuscito ad incrementare, praticamente ovunque, i suoi consensi rispetto alle elezioni di novembre. 

Ecco alcuni esempi:

  • In Clayton County da un vantaggio di 71 punti siamo passati a uno di 77.
  • A DeKalb da 64 a 67
  • A Gwinnett da 16 a 20
  • A Fulton la contea più popolosa della Georgia il vantaggio è aumentato da 41.6 a 43.

Solo con questi risultati Ossof è riuscito ad erodere gli 88.000 voti di differenza che lo separavano da Perdue durante le scorse elezioni. Ma l’effetto Trump non si è visto (o si è visto) solo in questi casi. Anche analizzando l’affluenza alle urne ci si rende conto che è stata molto al di sotto delle aspettative. Rove prende ad esempio il 14° distretto, in cui Trump ha organizzato anche dei comizi durante gli ultimi giorni di campagna elettorale. Ebbene qui da un turn out di 328.000 voti on novembre siamo passati a “soli” 282.000.

Ma perché è successo questo? Per Karl Rove la risposta è da ricercare in tutti quei repubblicani moderati e indipendenti che hanno deciso di non presentarsi alle urne, o di votare per i candidati democratici, a causa del comportamento di Trump delle ultime settimane. Questo ha reso in discesa la strada della propaganda democratica, che ha avuto gioco facile nel presentare l’elezione come solo e soltanto un voto sulla persona di Trump riuscendo a nascondere, agli occhi dell’elettorato moderato, tutte le istanze più a sinistra dei suoi candidati, che altrimenti sarebbero state difficili da digerire.

Anche gli attacchi personali di Trump al governatore Repubblicano dello stato Brian Kemp hanno avuto un effetto boomerang dirompente, rendendo pubblica la vera e propria guerra civile interna al partito. Giusto per fare un esempio Emory Morsberger, un ex politico Repubblicano di Atlanta, dopo essere venuto a conoscenza della famosa telefonata di Trump al Segretario di Stato Brad Raffensperger, ha comunicato di aver votato per i candidati democratici. E come lui si presuppone che abbiano fatto molti altri. L’articolo si conclude quindi con un’amara presa di coscienza della situazione attuale:

“Quindi è un vero e proprio casino. Il GOP è aspramente diviso, i democratici controlleranno la presidenza, il Senato e la Camera e il 34% degli americani crede, erroneamente, che le elezioni siano state truccate. La presidenza Trump si conclude inoltre con i suoi seguaci che assaltano violentemente il Campidoglio. Helluva way to start 2021

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