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Live is now
Una festa non è una festa, se non ci sono i palloncini. E di palloncini ce n’era un sacco: appesi alla facciata del Castello di Susans (Sarandons, ndr) e fluttuanti tra le sale del buffet. Colorati e anche solo bianchi, neri, rossi. Che poi perché quei tre colori? Boh, non si sa. Al Castello arrivano tre tipi umani: in auto blu, in scarpe da ginnastica, col tacco 12. Io ho il tacco 12 nelle scarpe da ginnastica e ho una macchina piccola e nera: mi sparo la salita che nemmeno Ivan sullo Zoncolan, saluto MB già pronto per la corsa e mi infilo tra la folla. Quaranta minuti di aperitivo, tre minuti di Cirienne, due minuti di DG e il velo di Maya si squarcia sul nuovo logo della nostra Regione: niente più ospiti, ognuno a casa sua. Ma live. Live davvero un sacco. Tocca al Presidentissimo: secondo lui è l’uovo di Colombo, Angelo Colombo. I giornali applaudono, noi con loro. A spiegarci il calembour verbalsimbolico arriva un signore che è un incrocio perfetto tra Roy Hodgson e Alain Elkann. Una parola in italiano con accento inglese, tre in inglese con accento italiano. Dice di brand e di re-brand, di claim, di logotipi, di tipi di loghi, di marchi e di marchette. Noi andiamo avanti. Andiamo avanti soli, però, perché le slides stanno ferme e non c’è verso di farle andare. Né a voce, né a gesti. Qualcuno si sente ancora ospite di gente unica, ma oggi no. Anche simbolicamente la Regione volta pagina, parla una lingua diversa e si fa ascoltare. La presentazione termina con foto di workshops e brainstormings. Qualcuno apprezza, qualcun’altro dice che il nuovo logo “non brilla per originalità, è qualcosa di già visto, già letto e già identificato”. Gli hanno chiesto del logo e ha parlato di sé. A noi piace, molto. Piace l’idea, anzi il concept, piace la versatilità. Siccome è versatile, lì fuori si versa: ribolla gialla e schioppettino. Tipicamente Friulano. Poi è tutta in discesa con la strada lastricata da cubetti di tonno allo zafferano, parmigiana di melanzane e rettilineo finale con torta e ciliegie. C’è la crisi, fuori dal Castello. E ipocrisia vorrebbe che tutti ci battessimo il petto in attesa che passi. Invece no: il Friuli Venezia Giulia sale fin quassù, toglie i sigilli al nuovo gioiello, esce dall’angolo blu e affronta il mercato. In bianco, nero e rosso.