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Il dibattito, no
E’ il giorno del dibattito in tv, il primo. E si parlerà di politica interna. David Cameron, Nick Clegg e Gordon Brown arrivano a questo appuntamento cruciale per il prosieguo della campagna elettorale dopo mesi di trattative. Le delegazioni dei tre partiti si sono incontrate per la prima volta a Ottobre 2009 e da lì hanno messo i ferri in acqua per scrivere un accordo in 76 punti che stabilisse regole, tempi e modi delle sfide tv tra i tre candidati premier. Ci sarà quindi spazio solo per i tre maggiori partiti, trattamento identico per i tre leader, regole ferree su tutti gli aspetti della trasmissione, dalle strette di mano alle inquadrature. I tre leader avranno la possibilità di lanciare un messaggio iniziale. Poi si passerà alle domande da parte di giornalisti selezionati alle quali i candidati premier avranno un minuto per rispondere. Un altro minuto sarà loro concesso per ribattere alle risposte degli avversari, per poi passare a quattro minuti di dibattito libero. In pratica, ogni domanda occuperà circa dieci minuti. Il pubblico non potrà né applaudire né esternare in alcun modo la propria opinione e le telecamere non potranno inquadrare uno spettatore in particolare a meno che uno dei leader si rivolga direttamente a lui per qualche ragione. Una stretta di mano tra i protagonisti è prevista solo alla fine di ogni dibattito. Le domande saranno decise dai giornalisti, anche in base alle e-mail inviate dal pubblico, ma i tre leader non ne saranno messi preventivamente a conoscenza. Un dibattito ingessato, quindi, in cui ad avere la meglio sarà il leader che riuscirà ad essere più diretto e chiaro rispetto al pubblico che ascolta. Nessuno può dire cosa serva e cosa no: è la prima volta per tutti, politici ed elettori.