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Cose loro
Adesso è chiaro che due righe su Craxi le devo scrivere pure io, altrimenti non sarei per niente à la page e anche un tantino fuori moda. Il mio pensiero è molto simile a quello di Luca Sofri, Francesco Costa e Andrea Romano. E con questa dovrei avervi risolto l’angusto dilemma sul “da che parte stai”. Passiamo per un secondo oltre perchè sta cosa mi lavora dentro da qualche giorno e chiediamoci una buona volta chi diavolo era Bettino Craxi. Secondo la figlia Stefania è stato “un grande leader della sinistra italiana ed europea” e la storia del Craxi politico è piena di episodi che lasciano intendere come questa definizione non faccia una piega. Socialista- e chi si occupa di cose americane si rende perfettamente conto cosa possa pensare io di chi si definisce “socialista” ; teorico del centro-sinistra in patria e amico delle sinistre europee e mondiali all’estero. Per tacere del sostegno scellerato alla causa palestinese e del (per me) imperdonabile appoggio all’Argentina nella Guerra della Falklands. E sorvolo, per carità di patria, sull salvataggio di Gheddafi, sui rapporti ambigui con l’America di Ronald Reagan e sul sostegno al dittatore somalo Siad Barre (quello che a una partita di calcio fece sparare a caso sugli spalti perchè gli sembrava che qualcuno lo stesse contestando). Se la vicenda giudiziaria di Bettino Craxi merita attenzione per quello che ha rappresentato e per il vulnus di un paese vittima contemporaneamente di un sistema politico corrotto e di un’offensiva giustizialista senza precedenti, la storia politica dell’ex leader del Psi – almeno da destra – va condannata con coraggio. E davvero non capisco perchè gli unici strenui difensori di Craxi stiano tutti nel Pdl (ahimè con ruoli troppo importanti) e si stiano occupando con tanta pervicacia di un regolamento di conti tutto interno alla sinistra italiana.