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Cristofori Colombi

Fa piacere (e molto) vedere che ci sono milioni di Italiani che scoprono, oltreoceano, l’esistenza di una poderosa democrazia. Capace di rinnovare le sue leadership, di cambiare presidenti e maggioranze congressuali e di rimanere sempre uguale a sè stessa quando rinnova la sua promessa. Una promessa fatta di libertà, di ricerca della felicità, di sogni e di speranze. Sogni e speranze che hanno le sembianze di un 48enne senatore nero dell’Illinois. Ma che potrebbero avere il viso segnato dall’età di un reduce del Vietnam, e non cambierebbe assolutamente nulla. Dietro lo sguardo e i modi da rockstar di Barack Hussein Obama ci sta l’America profonda e mai capita fino in fondo. Quella in grado di alzarsi dopo due torri buttate giù a colpi di aereoplano, quella in grado di confermare un presidente come George Bush contro le previsioni (e i desiderata) del resto del mondo, quella capace di fare guerre in ogni parte del pianeta e di lasciare in eredità parlamenti e libere elezioni. Quella stessa America che i novelli Cristoforo Colombo scoprono soltanto oggi, magari dopo aver ammiccato a chi brucia in piazza le bandiere a stelle e strisce. Quella stessa America che cinquant’anni fa ha sacrificato centinaia di migliaia dei suoi figli per dare a questi signori la possibilità e il gusto di provare l’ebbrezza di disprezzarla. Per essere sempre così dannatamente speciale, oggi come ieri: grazie.

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