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Flip Flop Cameron

Il discorso che David Cameron ha tenuto in occasione del quinto anniversario della strage delle Twin Towers, presenta, come gli accade spesso in politica estera, elementi di forte contraddizione. Da una parte il totale appoggio all’alleato storico americano, dall’altra la condanna della “dottrina Bush” come “semplicistica” e “irreale“. Sembra chiedere maggior realismo, il futuro inquilino di Downing Street, ma probabilmente non è così. E’ difficile pensare, infatti, che non colga l’essenza della dottrina neocon per come si è dispiegata in questi anni (“a safer world,a safer America“) ed è altrettanto difficile che non ne colga i risultati ottenuti (nessun attentato sul suolo americano, nonostante gli obbiettivi sensibili fossero molti). Cameron sembra, in buona sostanza, commettere l’errore di valutare la politica estera dell’amministrazione Bush senza guardare ai risultati interni (gli americani considerano ancora Bush una garanzia nella lotta al terrorismo). Ma ciò che davvero sorprende è come, piegato a esigenze elettorali a brevissimo termine, rischi di dire oggi una cosa e domani l’esatto opposto. Dopo gli slanci ideali su democrazia e libertà fatti in Sudafrica e riguardo al Darfur, oggi sembra esserci un Cameron che vede soltanto “realpolitik” e “multilateralismo a tutti i costi”. Non che questo sia un male, chiariamolo subito, ma il candidato Primo Ministro dovrebbe capire che una strategia che accontenti tutti non esiste. Passino le esigenze di differenziazione rispetto a Tony Blair, passi la tattica elettorale di cavalcare l’onda del malcontento per le stragi (avvenute e sventate) e per la presunta pericolosità dell’impegno nella war on terror ma ciò che spaventa è il fatto che David Cameron sembra non avere un’idea su cosa fare. Grandi affermazioni di principio, continue capriole lessicali (neoconservatorism, liberalconservatoris, compassionate conservatorism) e nessuna linea precisa, almeno in politica estera. L’esigenza di tenere unito il partito è sacrosanta ma da un futuro inquilino del numero 10 di Downing Street vorremmo sentire parole un pò più chiare. Anche perchè, a memoria, l’ultimo che non seppe parlar chiaro alla sua gente su questi temi si chiamava John Kerry e perse la corsa alla Casa Bianca. A vincere fu George W Bush, quello della dottrina semplicistica, che risultò più affidabile a guidare il paese in un momento così difficile. Quando Cameron capirà che gli inglesi non  rimproverano a Tony Blair la guerra in Iraq (almeno non quanto gli rimproverino di essersene stato ai Caraibi nel pieno di un attacco terrorista) sarà forse troppo tardi per recuperare la credibilità perduta.   Speak Corner Spettacolare A Tangled Web: In contrast to Cameron’s pitiful waffle, authentic British Conservatism  was heard through a call from Lady Thatcher, a guest of honour at White House commemoration ceremonies, for Britain not to falter against “Islamist fanatics who hate our beliefs, our liberties and our citizens”. Hear Hear! Well said, Lady Thatcher. It is clear that despite your infirmities you still speak for real British Conservatives. Danny FinkensteinGuido Fawkes, Dizzy Thinks, Ian Dale,

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