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Conservatorismo Mondiale
Cameron è un leader vero, e si vede. Nonostante parti importanti del suo partito gli rinfaccino di non essere troppo attento a temi classicamente conservatives come immigrazione e politica fiscale, il nostro David tira drittissimo per la sua strada. Da quando ha preso in mano i Tories ha dimostrato una straordinaria attitudine ad occupare gli spazi in cui la sinistra mondiale tendenzialmente giganteggia e pontifica. Tutto è iniziato con l’attenzione per l’ambiente ed è proseguito con la lotta contro la povertà (partendo dalla situazione interna, per dare soluzioni globali). Non è facile per il leader di un partito che sta all’opposizione da tre legislature sperimentare cose nuove; arare il vecchio terreno dell’orgoglio britannico e dell’euroscetticismo sembrava pagare di più. Ma se c’è una dote che a Cameron non manca è la lungimiranza. Così,l’ultima trovata, è stata andare da Nelson Mandela, definirlo il più grande statista del nostro secolo e dire che la povertà è un problema ma che la ricetta leftish è come sempre sbagliata. E’ la nuova strada di Cameron, una strada che porta dritto all’obbiettivo di vincere le elezioni e rilanciare Londra come alter ego di Washington alla guida dell’Occidente Europeo, amico e non fastidiosa palla al piede dell’occidente americano. In quest’ottica vanno lette le svolte ambientaliste (con la recente inversione a U su kyoto), la proposta di salvare l’Africa dalla povertà attraverso una “free trade zone” (identica a quella proposta da Bush per le americhe) e il focus sui problemi del Darfur e sull’importanza di avere più democrazie nel mondo. Il sasso è lanciato. E lo stagno è quello del Conservatorismo Mondiale. Dopo l’idea della sinistra di creare una sinergia mondiale unendo socialdemocrazie e partiti ex-comunisti è,forse,giunta l’ora di creare una sinergia globale tra conservatori o,come direbbe Cameron, modern compassionate conservatives.