Job Approval di Obama al minimo storico
Trentanove per cento di “job approval”. Mai, dall’inizio del suo primo mandato, Barack Obama era sceso così in basso in un sondaggio realizzato dalla Quinnipiac University. Storicamente, anzi, i numeri registrati dall’ateneo del Connecticut sono sempre stati molto generosi con il presidente (e con il suo partito). Ed è per questo motivo che lo “sfondamento al contrario” della barriera psicologica del 40% costituisce, per Obama, un segnale particolarmente preoccupante.
Con il 39% di giudizi positivi (contro il 54% di opinioni negative), il presidente fa peggio del suo peggior risultato, che risaliva all’ottobre del 2011 (41% contro 55%). E si tratta di una débâcle su tutta linea, visto che il saldo è passivo sia con gli uomini (37%-58%) che con le donne (40%-51%). Inoltre, mentre l’elettorato nero continua a restare al suo fianco (75%-15%), Obama crolla con i bianchi (32%-62%) e sbanda pericolosamente con gli ispanici (41%-47%).
Il numero più inquietante, infine, per il presidente arriva da quel 52% di cittadini americani che giudicano Obama “non onesto e attendibile” (contro il 44% che esprime un’opinione opposta). In questo caso il precedente record negativo risaliva al marzo di quest anno (49%-47%).
«Qualsiasi presidente democratico con un deficit di 11 punti tra l’elettorato femminile – commenta Tim Malloy, vicepresidente del Quinnipiac University Polling Institute – è in seria difficoltà. E qualsiasi eletto ad una carica ufficiale con un deficit di “onestà” di 8 punti sarebbe in gravissimo pericolo». Obama, conclude Malloy, «è arrivato ad un livello di “job approval” simile a quello dell’ex presidente George W. Bush nelle stessa fase del secondo mandato». E la strada fino al 2016 è ancora lunga.