Il calendario elettorale del 2014
Dall’Afghanistan al Sudafrica, passando per l’India, l’Iraq e il Brasile, le elezioni americane di midterm, il Parlamento Europeo e il referendum sull’indipendenza della Scozia. Gli appuntamenti elettorali importanti non mancano per il 2014. Ecco un prospetto di quelli da tenere d’occhio.
GENNAIO
– Egitto: si vota il 14-15 per l’Assemblea costituente che dovrà disegnare il futuro politico dell’Egitto tornato sotto il controllo dei militari. La nuova Carta costituzionale sostituira’ quella adottata dall’ex presidente islamista Mohammed Morsi, deposto la scorso luglio.
FEBBRAIO
– Thailandia: le elezioni parlamentari anticipate sono state fissate per il 2. Ma i manifestanti antigovernativi che hanno costretto la primo ministro Yingluck Shinawatra a sciogliere le camere minacciano di boicottare il voto se prima non verranno riforme politiche.
– Libia: a febbraio dovrebbero tenersi anche le elezioni per l’Assemblea costituente libica, ma la data non e’ ancora stata fissata.
APRILE
– Afghanistan: si vota il 5 per l’elezione del nuovo presidente. Hamid Karzai non puo’ ripresentarsi per un terzo mandato, ma corre suo fratello Qayum. Fra gli undici candidati spiccano anche Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani Ahmadzai che corsero anche nel 2009. Il voto si svolge nell’anno cruciale del ritiro delle truppe Nato dall’Afghanistan.
– Iraq: questo mese gli iracheni eleggeranno il Parlamento per la seconda volta, la prima dal ritiro degli americani nel 2011. Ma il tragico aumento di attentati settari nel 2013 (secondo dati Onu sono stati uccisi 7818 civili) fa temere un ulteriore aumento delle violenze.
– India: si vota fra aprile e maggio per il rinnovo del Parlamento. La crisi economica e una serie di scandali mettono a rischio la storica egemonia del partito del Congresso che ancora non ha formalmente deciso se puntare sul poco carismatico Rahul Gandhi, ultimo erede della dinastia Nehru-Gandhi. A sfidare il Congresso e’ il controverso Narendra Modi, in corsa per i nazionalisti hindu del partito Bharatiya Janata.
– Sudafrica: le prime elezioni parlamentari dopo la morte di Nelson Mandela si dovrebbero tenere fra aprile e giugno. La crescente impopolarita’ del presidente Jacob Zuma, fischiato ai funerali di “Madiba”, potrebbe mettere a rischio il primato dell’African National Congress, che fu il campione della lotta contro l’apartheid.
– Ungheria: si vota questo mese per le parlamentari, dopo quattro anni di governo del primo ministro Victor Orban.
MAGGIO
– Parlamento Europeo: il voto, fissato tra il 22 e il 25 maggio (a seconda dei paesi), sarà il primo dall’inizio della crisi dell’eurozona, alla quale i paesi dell’Unione hanno risposto con una dura politica di austerità’. L’alto tasso di disoccupazione e la recessione potrebbero spingere molti cittadini ad un voto di protesta in favore di partiti estremisti, populisti, nazionalisti ed euroscettici come il britannico Indepence party, il francese Front National, il greco Alba dorata, il Movimento 5 stelle o i Veri Finlandesi.
– Belgio: il voto parlamentare del 25 e’ un importante test per il Paese dopo che le ultime elezioni del 2010 avevano lasciato il Belgio senza un nuovo governo per un periodo record di 541 giorni. Alla base dell’impasse l’intransigenza dei nazionalisti fiamminghi dell’N-Va, risultato primo partito. Nel dicembre del 2011 e’ stato formato un ampio governo di coalizione che ha riunito socialisti, cristiano democratici e liberali sotto la guida del socialista vallone Elio Di Rupo.
– Colombia: il 25 si vota per le presidenziali in quello che e’ prima di tutto un referendum sul negoziato di pace avviato con i guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc). Il presidente uscente Juan Manuel Santos chiede un nuovo mandato per concludere la trattativa. Contro di lui e’ schierato il suo ex mentore e predecessore Alvaro Uribe, da sempre contrario ad ogni negoziato con le Farc, che sosterrà il suo principale rivale, Oscar Ivan Zulunga.
AGOSTO
– Turchia: per la prima volta il presidente verra’ eletto dal popolo. Vi e’ attesa nel Paese per capire se il primo ministro Recep Tayyp Erdogan intende candidarsi, dato che il suo mandato scadrà nel 2015 e non potrà più ripresentarsi. A capo del partito islamista Giustizia e Sviluppo (Akp), Erdogan ha subito una serie di rovesci politici, dalla sconfitta dei suoi alleati islamisti in Egitto, alle proteste di Gezy Park e un recente scandalo di corruzione che investito diversi dei suoi ministri.
SETTEMBRE
– Scozia: il 18 si vota per il referendum sull’indipendenza dalla Gran Bretagna. Al momento la maggioranza degli scozzesi e’ contraria, ma un terzo dell’elettorato e’ indeciso. Un’eventuale secessione avrebbe ripercussioni su movimenti indipendentisti nel resto dell’Europa e porrebbe problemi inediti per la permanenza della Scozia nell’Unione Europea.
OTTOBRE
– Brasile: si vota il 5 per le presidenziali. La presidente Dilma Rousseff corre per un secondo mandato, dopo che le ampie proteste della scorsa primavera-estate hanno rivelato lo scontento della classe media per le disuguaglianze sociali e la scarsa qualità dei servizi in quella che e’ una delle nuove potenze economiche emergenti.
NOVEMBRE
– Usa: il 4 vi saranno le elezioni di midterm con il rinnovo della Camera, di un terzo dei senatori e l’elezione di 36 governatori. Democratici e repubblicani cercheranno di alterare l’attuale equilibrio, che vede i primi in maggioranza al Senato e i secondi alla Camera, il tutto con un occhio alle presidenziali del 2016, quando verra’ scelto il successore di Barack Obama.
– Catalogna: il presidente della regione della Catalogna, Arturo Mas, ha fissato per il 9 un referendum sull’indipendenza della regione, ma il governo centrale di Madrid ritiene illegale la consultazione e non intende riconoscerne l’esito.