Riscaldamento Globale: e se la colpa non fosse dell’uomo?
La nuova versione (la quinta, n.d.r.) del Rapporto Internazionale IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) [il cosiddetto Fifth Assessment Report (AR5)], sviluppata da 800 scienziati e ricercatori scelti nell’ambito delle Comunità Scientifica Internazionale, organizzati in tre Gruppi di Lavoro (Working Group = WG), è stato pubblicata e distribuita nel 2014. Sembra che manchi un terzo volume integrativo ed in parte già correttivo.
L’argomento di lavoro del primo Gruppo di lavoro (WGI) è costituito dalla Scienza delle Basi Fisiche (The Physical Science Basis), mentre il Gruppo Numero Due (WGII) si interessa di valutare l’impatto, l’adattabilità e la vulnerabilità dell’uomo ai Cambiamenti Climatici. Il Gruppo di Lavoro III (WGIII) ha il compito di analizzare i metodi ed i mezzi di mitigazione degli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Il Rapporto IPCC valuta le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per la comprensione del rischio umano indotto dai cambiamenti climatici. In fondo l’IPCC si rende conto e divulga, prima di tutto ai decisori politici e quindi al popolo, quanto ben noto, da decenni, ad una cerchia ristretta di scienziati: al momento, l’Umanità terrestre vive in un società che può essere definita la “Società del Rischio”.
In sintesi, la posizione classica generale sul Global Warming (Riscaldamento Globale) si presenta e viene rappresentata -secondo l’IPCC- con un indice unico fondamentale: la temperatura della Terra. Non si fa riferimento al Global Dimming (Raffreddamento Globale)!
Diverse sono le interpretazioni e le percezioni delle cause e degli effetti del Cambiamento Climatico.
In particolare la scuola ambientale e metereologica russa che fa capo allo scienziato Abdus Amatov, Direttore del Dipartimento di Ricerca Spaziale dell’Osservatorio Astronomico di San Pietroburgo, ma anche al grande fisico, Stanislav Perov del Central Aerological Obsevatory, Moscow e del Gruppo di Koktebel, ritengono che gli effetti del Sole e del sistema solare siano le cause primarie del Riscaldamento Globale ed anzi credono piuttosto al prossimo Raffreddamento Globale.
Di contro, la maggior parte dei partecipanti all’IPCC -indipendentemente dalla provenienza dei tre WG- crede nella forte influenza della componente antropica, ossia dell’effetto dell’impiego dei carburanti fossili da parte dell’uomo.
Ovviamente ambedue le posizioni hanno il loro effetto e la loro validità relativa sul Cambiamento Climatico.
La valutazione più accreditata della percentuale di effetto antropico viene definita pari al 10%, ossia un decimo dell’effetto dominante dei Cambiamento Climatico.
Per decenni alcuni ricercatori (tra i quali vi è anche chi scrive) si sono interessati in modo concreto dei cosiddetti effetti dei fattori ambientali sui Sistemi Complessi, il cui sistema primario è l’Uomo.
In questa serie di lavori viene presentato un effetto fondamentale che nasce come conseguenza della analisi dei Cambiamenti Climatici: il sorgere di vari gruppi interpretativi, di varie associazioni che si ispirano a questi lavori dell’IPCC e, per alcuni versi, si comportano come delle vere e proprie sette dogmatiche e pseudo-religiose.
Gli iniziatori e inventori degli studi ed analisi degli effetti e delle cause dei Cambiamenti Climatici non avevano certo pensato o intuito che sarebbero sorti, come funghi gruppi di seguaci che, con atteggiamento dogmatico ed al limite quasi invasato, avrebbero creato associazioni varie, e, al limite, sette di divulgazione del verbo ambientalista e di creazione di un forte timore panico e di forti preoccupazione nelle file del popolo.
Il dato incontrovertibile è che dal 1975-2000 (Fig. N° 1) la temperatura terrestre si è stabilizzata e ciò potrebbe essere significativo per la corretta interpretazione dell’influenza del Sole. Esso non si giustifica con una riduzione di irradiazione solare, ma è correlato al vento solare: aumentano i raggi cosmici sia interni al sistema solare che provenienti dallo Spazio esterno ma interno alla nostra Galassia.
Giuseppe Quartieri
Presidente del Comitato Scientifico dei Circoli dell’Ambiente